1 maggio 2024
Aggiornato 03:00
Commercio estero: pesano agroalimentare e petrolio

Coldiretti: «Cresce deficit Italia con extra UE»

I dati Eurostat evidenziano un deficit di 0,1 miliardi di euro rispetto al saldo positivo di 7,5 miliardi del giugno 2007

In Italia a giugno. se complessivamente le esportazioni verso i paesi extra Ue sono diminuite del 4,1 per cento, mentre le importazioni sono cresciute del 12,1 per cento, un trend particolarmente negativo si registra in agricoltura dove le esportazioni sono calate del 16,7 per cento e le importazioni sono in rialzo addirittura del 24,8 per cento. E’ quanto afferma la Coldiretti nel commentare i dati Eurostat che evidenziano un deficit di 0,1 miliardi di euro rispetto al saldo positivo di 7,5 miliardi del giugno 2007 nella bilancia commerciale tra i 15 paesi della zona euro dell'Unione europea e il resto del mondo.

A livello nazionale, un segnale meno negativo - sottolinea la Coldiretti - viene dai prodotti alimentari trasformati che fanno segnare un debole aumento delle esportazioni del 2,4 per cento anche se crescono le importazioni del 6,6 per cento.

Ad influenzare l’andamento del commercio estero è stato sicuramente - precisa la Coldiretti - l’andamento del dollaro nei confronti dell’euro e il balzo in avanti del costo del petrolio ma nell’agroalimentare ha inciso anche l’aumento dei prezzi delle materie prime importate come i cereali.

Di fronte ai limiti alla crescita e alle tensioni sui prezzi determinate dai prodotti energetici e alimentari, l'Europa ha il dovere di adottare una politica agricola coerente con l'esigenza chiudere le porte alla speculazioni e di garantire l'approvvigionamento con una produzione alimentare di qualità al giusto prezzo per imprese e consumatori. La crisi economica ha «rilegittimato» fortemente il ruolo dell'agricoltura in una Europa che – sottolinea la Coldiretti - è un importatore netto di prodotti agricoli con una bilancia commerciale negativa di circa 4 miliardi di euro e che negli ultimi anni ha visto ridurre numero di imprese agricole e il terreno coltivato.

La Politica Agricola - continua la Coldiretti - deve saper mantenere il sistema produttivo europeo efficiente con un sistema diffuso di imprese sul territorio anche in condizioni difficili affinché possa essere efficace nel reagire alle sollecitazioni di un mercato che cambia rapidamente. La «crisi» alimentare - conclude la Coldiretti - non si risolve infatti con i prezzi bassi all'origine per i produttori perche' questi non consentono all'agricoltura di sopravvivere e con la chiusura delle imprese destrutturano il sistema che non è piu' in grado di riprendersi anche in condizioni positive, lasciando il campo aperto alle importazioni e alle speculazioni internazionali.