28 aprile 2024
Aggiornato 13:30
Le ricette di una volta

Ecco come gustare il Ratafià in estate

Con la macedonia, con il gelato oppure semplicemente da solo ma servito ghiacciato. Il liquore delle nostre valli per antonomasia è un prodotto versatile che da un twist diverso ai nostri dolci

Lo sapevate che il Ratafià di Andorno è prodotto in 5 varianti? Ciliege, ginepro, noci, albicocca e limoni. Il gusto classico rimane quello alle ciliege nere. Appartiene alla grande famiglia dei ratafià, infusioni alcoliche di frutti e dei loro succhi, con aggiunta di spezie, e talvolta vino.

La storia
La sua storia, come troviamo scritto nell'etichetta della ditta produttrice per antonomasia, Giovanni Rapa, è davvero antichissima: un farmacista goloso del ‘700, avo della famiglia, tale Pietro Rappis, preparava questa specialità di sicura origine conventuale per i suoi clienti e per la famiglia. Gli eredi, visto il successo, utilizzando le ricette tramandate avviarono nel secolo successivo una produzione industriale, mantenutasi fino ad oggi fedele alle origini. Il nome del tipico liquore, «sic res rata fiant» (così sia deciso) pronunciata a suggello di qualche avvenimento, in cui dev’essere stata servita come brindisi questa specialità.La ditta Giovanni Rapa è stata fondata nel 1880 ad Andorno.

Come gustarlo
Il più tradizionale è quello di ciliege nere, vera golosità, dall’aroma pieno e avvolgente di frutto maturo, con una leggera nota mandorlata, dovuta alla macerazione dei noccioli, che è uno dei segreti del Ratafià. Possiede un’alcolicità intorno ai 30° e una componente zuccherina non stucchevole come molti liquori. Sono presenti altri aromi, e sicuramente qualche spezia dolce come la cannella. E' consigliato berlo freddo, con ghiaccio o liscio. Eccellente ingrediente nella preparazione dei dolci più prelibati, con la macedonia. Si serve come digestivo, o liquore da chiacchiera, e d’estate è eccellente accompagnamento dei gelati.