Dati Iris: 3.500 famiglie biellesi in povertà assoluta
In Italia il fenomeno interessa 4,6 milioni di cittadini. Caritas rilancia su «Alleanza contro la povertà» e Reddito minimo garantito
BIELLA – La condizione di «povertà assoluta» è quella definita come mancanza delle risorse economiche necessarie per conseguire uno standard di vita «minimamente accettabile» con riferimento ad alimentazione, abitazione, vestiario, trasporti e così via. Nel Biellese così ci vivono 3.500 famiglie, lo dicono i dati del Consorzio Iris. Salendo un minimo il gradino dell’indigenza si incontrano altri 10 mila residenti che riescono, sì, a far fronte alle necessità primarie, ma non ad eventuali emergenze. Se si tiene conto che la provincia nel suo insieme circa 180 mila abitanti, si può capire come lo standard di vita sia cambiato anche qui.
Aumento della povertà: cause e numeri
«Se il denaro non dà la felicità, figuriamoci la miseria», Woody Allen dixit. E per la regola che spesso la semplicità è la miglior cosa, quest’affermazione dallo humour anche un po’ affettato punta il dito contro una verità ormai fin troppo evidente. Nel microcosmo biellese le cifre appena snocciolate sono simili a quanto già visto nel 2015, per lo meno non si peggiora, ma si tratta di una magra consolazione, visto che alla china ci si era arrivati nel 2014, con il passaggio della disoccupazione dal 5% del 2004 al 9,5% e con un a stima delle famiglie in povertà - sempre secondo i dati di Iris – pari a 4.760, ovvero il 5,7% del totale. Nel 2016 si è visto un lieve miglioramento sotto il profilo occupazionale, che fa sperare, nell’attesa Caritas continua a offrire 80 pasti caldi al giorno con la sua mensa del Pane Quotidiano, mentre i pacchi distribuiti dal Banco Alimentare nell’ultimo anno sono stati circa 5.600.
«Alleanza contro la povertà» e Reddito minimo garantito
Al di là degli interventi locali, il problema povertà va affrontato in modo più coordinato. Lo ricorda Caritas, che aderisce all’«Alleanza contro la povertà», di cui fanno parte 35 organizzazioni che dal 2013 hanno deciso di unirsi per contribuire alla costruzione di politiche adeguate in materia, e pubblica per il terzo anno consecutivo il «Rapporto sulle politiche contro la povertà in Italia». Proprio nel testo si legge: «Il Governo ha avuto l’indubbio merito di scardinare lo storico disinteresse della politica italiana nei confronti della povertà, ma ora è il tempo delle scelte concrete. Occorre affrontare la sfida di un progetto di welfare dedicato ai più deboli, del percorso per realizzarlo e di come ci immaginiamo le politiche sociali del nostro Paese ora e negli anni a venire». L’Italia infatti è il solo stato europeo, insieme alla Grecia - che però ha allo studio una misura proprio di contrasto alla povertà assoluta, il KEA - privo di una misura nazionale universalistica contro la povertà assoluta. L’argomento è stato affrontato ieri sera anche dalla sede locale di Libera, che in occasione della Giornata mondiale della povertà ha promosso una tavola rotonda sul reddito minimo garantito ed altre tematiche inerenti alla soluzione delle sofferenze di natura economico-sociale.
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