4 maggio 2024
Aggiornato 06:00
Nuovo capitolo

Famiglia Cristiana accusa Berlusconi: ha spaccato il mondo cattolico

Affondo contro il premier: «è l'effetto della discesa in campo». Bondi: «sconcerto e disgusto». Farefuturo: «La rivoluzione liberale? finita con Putin e Bossi»

ROMA - La storia dei tesissimi rapporti tra il governo e Famiglia cristiana si arricchisce oggi di un nuovo capitolo. Il popolare settimanale cattolico torna infatti a criticare pesantemente il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, accusato di non rispettare la Costituzione. La replica della maggioranza non si fa attendere e non risparmia parole di fuoco contro il direttore, Don Sciortino. Il più duro è Francesco Giro, sottosegretario ai Beni Culturali: «Da cattolico considero l'editoriale di Famiglia Cristiana una dimostrazione di pornografia politica per la scarsa decenza degli argomenti che vengono proposti».

L'AFFONDO - Beppe del Colle in un editoriale pubblicato sul numero in edicola domani scrive del 'Cavaliere rampante e la Costituzione dimezzata'. Secondo il periodico «la situazione politica italiana è unica in tutte le attuali democrazie, che prevedono sistemi bilanciati, in cui nessun potere può arrogarsi il diritto di fare quello che vuole, avendo per di più in mano la grande maggioranza dei mezzi di comunicazione». Senza fiducia sui cinque punti programmatici, ricorda Famiglia Cristiana, Berlusconi «non si farà incantare dai 'formalismi costituzionali'» e reclamerà le urne: ». «In Italia comanda solo lui, grazie alla 'sovranità popolare' che finora lo ha votato. La Costituzione in realtà dice: 'La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione'. Berlusconi si ferma a metà della frase, il resto non gli interessa, è puro 'formalismo'».
Ma non basta. L'affondo più duro è contro quello che viene definito il 'metodo Boffo'. Per il settimanale dei paolini «la discesa in campo di Berlusconi ha avuto come risultato quello che nessun politico nel mezzo secolo precedente aveva mai sperato: di spaccare in due il voto cattolico». E ancora: «Il berlusconismo... se promette alla Chiesa di appassionarsi (soprattutto con i suoi atei-devoti) all'embrione e a tutto il resto, con la vita quotidiana degli altri non ha esitazioni: il 'metodo Boffo' - avverte Famiglia cristiana - (chi dissente va distrutto) è fatto apposta».

BONDI - Secca la replica della maggioranza, per bocca del coordinatore del Pdl Sandro Bondi: «Soprattutto come cattolico provo sentimenti di sconcerto e di disgusto dopo aver letto l'editoriale del direttore di Famiglia Cristiana. La crisi della società italiana deve essere giunta a livelli di allarme, e la Chiesa stessa non ne è affatto immune, se perfino un settimanale cattolico giunge a tale accenti di unilateralità politica, di assenza di stile e di rinuncia alla moderazione». E anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi non risparmia una pesante replica: «Spiace constatare che Don Sciortino appare accecato dalla sua personale faziosità politica al punto tale da non riconoscere il valore pubblico che meritano i fondamentali principi cristiani, discrimine inesorabile dello stesso consenso elettorale».

GASPARRI - Duro anche il capogruppo del Pdl al Senato Maurizio Gasparri: «Sono stato anche il primo a rilevare gli incoerenti stili di vita del direttore del periodico, incredibilmente ancora al suo posto di lavoro dopo aver portato a zero la credibilità della testata e fatto crollare le vendite in modo scandaloso». Plaude invece il Pd, rilevando come dalle colonne di Famiglia Cristiana vengano al pettine «i nodi del leaderismo» incarnati dal Cavaliere.

FAREFUTURO - Anche FareFuturo, l'associazione culturale vicina al presidente della Camera, Gianfranco Fini, torna ad esprimere critiche sul Pdl e sul suo leader. E lo fa rivolgendosi ai «berlusconiani moderati»: «Ci avete (ci abbiamo) provato, ci avete (ci abbiamo) creduto. La strada che doveva trasformare l'Italia è cambiata, passo dopo passo, sotto i nostri occhi. Si è snaturata. E da liberale è diventata populista (e leghista). Non c'è niente di male ad ammetterlo. E non c'è niente di male a provare a cambiare strada, per provare a ricominciare, per non tradire se stessi, quello in cui si è creduto. Ci sono nuovi percorsi possibili. Niente è sicuro nella vita. Ma vale la pena di provare, almeno». E ancora.: «Ve la ricordate la Rivoluzione liberale? Bei tempi. Ma adesso, siete così convinti, cari pidiellini «moderati», che la Rivoluzione liberale (quella che guardava alla signora Thatcher e al presidente Reagan con ammirazione e con invidia) possa avere il volto di Vladimir Putin, e possa davvero consumarsi sotto il tendone di Gheddafi? Davvero credete che la Rivoluzione liberale possa essere cantata da Vittorio Feltri e dal suo Giornale? Davvero pensate che la Rivoluzione liberale possa affidarsi alle mani di Cosentino e di Verdini? E possa rispecchiarsi nel senatore Quagliariello che grida 'assassino' a Beppino Englaro e a chi ha mostrato solidarietà a un padre travolto da diciassette anni di dolore?». E poi c'è il capitolo Lega: «Davvero pensate che la Rivoluzione liberale possa essere appaltata alla Lega Nord? A Umberto Bossi, Roberto Cota, Roberto Calderoli? Siete sicuri che la rivoluzione liberale sia fatta di medici e presidi spia, di respingimenti in mare, di conflitti con le Nazioni Unite, di schedature? E poi di 'culattoni!' e di maiali al guinzaglio? Davvero volete che le vostre idee e i vostri progetti (ma anche, soprattutto, i vostri seggi, parliamoci chiaro....) si tingano di verde padano?».

LA REPLICA DELLA LEGA NORD - A FareFuturo ha subito replicato la Lega Nord, per bocca del senatore Piergiorgio Stiffoni: «Dagli anni '80 e' in atto una rivoluzione copernicana che ha visto Umberto Bossi combattere contro il sopruso, il malaffare, l'inciucio e la distruzione del nord. Questa in atto e' la vera rivoluzione cui hanno paura chi aspira a 'Papa Re'. Quella liberale e' una rivoluzione ormai vecchia e stantia che non ha portato negli anni alcun beneficio. Eppoi, chi sono i veri liberali ? Fini, Bocchino, Granata, Rutelli, Casini e chi più ne ha più ne metta: non ci pigliamo per i fondelli». Insomma, aggiunge ancora il senatore veneto della Lega, come diceva William Shakespeare: «un uomo può pescare con il verme che ha mangiato un re e mangiare il pesce che ha mangiato quel verme... Farefuturo - conclude Stiffoni - faccia i proclami che vuole ma il ciclo e' sempre quello di non uscirne fuori neanche se ci si richiama a Einaudi».