3 maggio 2024
Aggiornato 08:30
La lettera al Corriere

Veltroni: no ad una «Santa alleanza» contro il Premier

L'ex segretario del PD: «Ci vuole una soluzione per la riforma elettorale. Rischiamo che questa monarchia livida sia sostituita da una pura difesa dell'esistente»

ROMA - «Berlusconi è stato un limite drammatico per il bipolarismo, perché la sua anomalia (una delle tante, troppe della storia italiana) ha costretto dentro recinti innaturali» e «senza Berlusconi in Italia potremo finalmente avere un vero bipolarismo, schieramenti fondati sulla comunanza dei valori e dei progetti, capaci di riconoscersi e legittimarsi reciprocamente». E' quanto afferma Walter Veltroni in una lunga lettera pubblicata sul Corriere della Sera e intitolata 'Scrivo al mio Paese e vi dico cosa farei'. «Spero che si concluda rapidamente l'era Berlusconi - prosegue - spero che finisca questo tempo non per tornare a quello passato. Non per mettere la pietra al collo al bipolarismo e riportare l'orologio ai giorni in cui pochi leader decidevano vita e morte dei governi».

«Se saremo invece tanto cinici da pensare che il declino di Berlusconi possa aprire la strada a un nuovo partitismo senza partiti e alla sottrazione ai cittadini del potere di decidere il governo, finiremo con l'allungare l'agonia del berlusconismo e l'autunno italiano», mette in guardia Veltroni, aggiungendo: «In questa estate orrenda non per caso la frase più citata dai leader politici è stata 'Mi alleo anche con il diavolo pur di...'. Lo ha detto Calderoli parlando del Federalismo, lo hanno detto alcuni leader del centrosinistra parlando della necessità di una santa alleanza contro Berlusconi. Io rimango dell'idea che invece le uniche alleanze credibili, prima e dopo le elezioni, siano quelle fondate su una reale convergenza programmatica e politica».

«E' giusto semmai che, in caso di crisi di governo, si cerchino soluzioni capaci di fronteggiare per un breve periodo l'emergenza finanziaria e sociale e di riformare la legge elettorale dando forma, per esempio attraverso i collegi uninominali e le primarie per legge, a un moderno e maturo bipolarismo», è l'auspicio dell'ex candidato premier del centrosinistra.

«Mi permetto di scrivere agli italiani solo perché sento di avere un minimo di titolo per farlo. In fondo due anni fa, un secolo di questo tempo leggero e bulimico, quasi quattordici milioni di italiani fecero una croce sul simbolo che conteneva il mio nome come candidato alla presidenza del Consiglio. Sono stato tra i pochi che si sono fatti da parte davvero (caricandomi responsabilità certo non solo mie). Non ho chiesto alcun incarico, non ho fatto polemiche, non ho alimentato veleni. Ho semmai taciuto e ingoiato fiele, anche di fronte a varie vigliaccherie», prosegue Veltroni.

«Cosa sta succedendo a noi italiani? Abbiamo trascorso la più folle e orrenda estate politica che io ricordi», fatta tra l'altro di «dossier, colpi bassi, una orrenda aria putrida di ricatti e intimidazioni che ha messo in un unico frullatore informazione, politica e forse poteri altri» costruendo un mix che non può non preoccupare chi considera la democrazia come un insieme di regole, di valori, di confini».

«L'alleanza di centrodestra sembra immersa nello scenario dei Dieci piccoli indiani di Agatha Christie», continua Veltroni, Quella che stiamo vivendo è una profonda crisi del nostro sistema. Era la mia ossessione quando guidavo il Pd. Mi angoscia l'idea che la democrazia rischi sotto la pressione delle spinte populistiche e dei conservatorismi di varia natura», conclude, mettendo in guardia dal «rischio è che si faccia strada, anche in Occidente, quella suggestione di 'democrazia autoritaria' che è già una realtà in sistemi, come quello russo o, in forma diversa, in quello cinese, che stanno segnando il tempo della fine dei blocchi».