4 maggio 2024
Aggiornato 09:30
Terremoti | Terremoto Emilia

Terremoti, fischi e contestazioni per Napolitano a Mirandola

Il Capo dello Stato al campo «Friuli», dentro accolto anche da applausi: Qui per ascoltare e riferire al Governo. Non temete, non sarete dimenticati. Indispensabile un piano di sicurezza nazionale

MIRANDOLA - Fischi e cartelli di protesta da diverse decine di persone hanno accolto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al suo arrivo a Mirandola, nel modenese, per il primo incontro con le popolazioni terremotate dell'Emilia presso la tendopoli del Campo Friuli. Questa mattina Napolitano aveva incontrato le autorità istituzionali emiliane delle zone colpite dal sisma.
Prima di accedere alla tensostruttura allestita per un incontro con alcuni rappresentanti della città, il capo dello Stato è stato contestato, ma ha anche ricevuto numerosi applausi dalle persone che lo attendevano all'interno. Questa è la prima tappa dalla visita di Napolitano nelle zone colpite dal terremoto.

Non temete, non sarete dimenticati - «Non temete di poter essere dimenticati. Noi siamo uno Stato, con tutti i suoi difetti, siamo una grande nazione che non può venire meno ai suoi doveri quando una sua parte è ferita a morte». Lo ha detto, commuovendosi, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano durante un breve incontro con i volontari del campo di accoglienza della Protezione civile 'Friuli' a Mirandola, nel modenese.

Qui per ascoltare e riferire al Governo - «Oggi sono qui per vedere e ascoltare e riferire a chi dovrà decidere, il Governo e il Parlamento». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, incontrando questa mattina a Bologna i rappresentanti dei Comuni colpiti dal terremoto dei giorni scorsi.
Dopo aver ascoltato le testimonianze di alcuni sindaci e del presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, e del capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, Napolitano ha aggiunto: «Dovrei soltanto convalidare tutto quello che è stato detto questa mattina - ha spiegato - tranne i ringraziamenti che mi avete fatto perché non c'è a ringraziare chi viene a rappresentare lo Stato».
Nel pomeriggio il presidente della Repubblica visiterà alcuni dei Comuni più danneggiati dal sisma in provincia di Modena, Ferrara e Bologna: «Penso che oggi pomeriggio vedrò cose altrettanto istruttive».
Nel suo intervento il capo dello Stato ha ricordato l'impegno già dimostrato nelle prime ore di emergenza da parte dei sindaci e dei rappresentanti delle istituzioni: «Sono stato nei giorni scorsi in Friuli e ho visto che cosa erano all'indomani quei territori e qual è stato lo straordinario sforzo per reagire e ricostruire. Quello che mi è stato detto da tutti è che 'essenziale è stato il ruolo e l'impegno dei sindaci'».

Indispensabile piano sicurezza nazionale - In Italia «conosciamo poco noi stessi». Se è vero che «non si può impedire che la terra tremi», si può ancora molto lavorare per trovare «il modo di reggere un urto fatale». E' quindi indispensabile realizzare un piano di sicurezza nazionale del rischio sismico.
Dopo aver ascoltato le testimonianze di alcuni sindaci e l'intervento del presidente della Regione e commissario per la ricostruzione Vasco Errani, e quello del capo della Protezione civile Franco Gabrielli, Napolitano si è detto stupito di alcune testimonianze riportate nei giorni scorsi sui quotidiani. «Mi ha colpito di come si è parlato di Mirandola... Forse si pensava che quella fosse una città dove si svolgevano fiere ed eventi frivoli, poi si è scoperto che invece è uno dei grandi centri di produzione mondiale» del settore biomedicale. Questo dimostra che «conosciamo poco noi stessi».
Il capo dello Stato è tornato sulla necessità di prevenire il più possibile le catastrofi in Italia «non si può impedire che la terra tremi, ma si può impedire che un paese venga travolto dalle acque ed è un delitto non farlo», ha ammonito richiamando l'alluvione del 25 ottobre 2011 di Vernazza. «Quando c'è un terremoto non c'è tanto da prevenire - ha aggiunto - ma c'è molto da fare» per trovare «il modo di reggere un urto fatale». Per questo è indispensabile un «piano di sicurezza nazionale rispetto al rischio sismico. C'è molto da rivedere nella mappatura» e molto da lavorare «per limitare danni e vittime». Questo «va al di là della necessaria» ed urgente ricostruzione dei territorio dell'Emilia, Veneto e Lombardia colpiti da questo sisma.