29 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Bersani: «Lasciamo lavorare la società civile»

Prodi-Veltroni scuotono il Pd, pressing referendum «pro Mattarellum»

Anche Franceschini a favore della mobilitazione. D'Alema in minoranza? Buttiglione: «Prodi non vuole un rapporto Pd-Terzo Polo»

ROMA - Detto fatto. Romano Prodi a Bologna e Walter Veltroni a Roma rompono gli indugi e, come annunciato, firmano per chiedere un referendum che cancelli il cosiddetto Porcellum e stabilisca il ritorno al Mattarellum. Rompere gli indugi nel partito per romperli in Parlamento. La convinzione che infatti muove il comitato referendario - animato fin dall'inizio dell'estate dall'ulivista Arturo Parisi e sostenuto dai 'partner esterni', Idv e Sel - è che, visto che le cose per cambiare legge elettorale non si muovono nei palazzi della politica, vanno azionate delle leve in società. La consultazione popolare, dunque, quale mezzo per liberarsi di una legge elettorale criticata da sinistra e da destra e per salvaguardare il maggioritario.

Il professore e Veltroni partono in quarta, necessario raggiungere l'obiettivo delle 500mila firme entro la fine di settembre. Al lavoro con banchetti e iniziative. E la cosa non può non imbarazzare l'altra parte del partito, quella più vicina alla maggioranza bersaniana, ma di marchio nettamente dalemiano più incline a sostenere riforme elettorali in senso proporzionale. Che poi sarebbe un ponte lanciato verso i centristi, tanto che oggi il presidente dell'Udc Rocco Buttiglione arriva ad accusare Prodi di ostacolare «l'intesa tra Pd e Udc». Ma la consapevolezza che ricorrere al referendum sia un modo efficace per evitare di tornare alle urne con questa legge elettorale si fa strada anche tra i sostenitori del segretario. Proprio alla luce di questa considerazione, il capogruppo alla Camera Dario Franceschini sta spingendo affinchè Bersani mobiliti il partito per la raccolta delle firme. Giovedì la questione verrà affrontata nella riunione del coordinamento del Pd.

Tra le nuove adesioni alla campagna referendaria, si registra quella di Ignazio Marino che annuncia la sua firma anti-porcellum. Il pressing sul segretario si fa sempre più intenso. Bersani a sera chiarisce che non firmerà perchè è meglio che i segretari «non mettano il cappello» sulle iniziative referendarie. Largo alla società civile, dunque, lascia intendere il leader Democratico, che non chiude la porta ai referendari, prefigurando un esito tipo quello dei referendum di giugno, sui quali il Pd decise di dare il proprio contributo in fase di campagna elettorale e non di raccolta firme. «Quando sarà ora di combattere, se il Pd decide di dare una mano, i risultati poi si vedono come si sono visti...», dice Bersani. Con gran pace della parte proporzionalista del partito.

Prodi: «Firmato per dovere civico, non rientro» - Romano Prodi ha firmato questa mattina per sottoscrivere il referendum per abrogare la legge elettorale nella sala civica del Comune di Bologna. Accompagnato dal presidente del comitato per la raccolta delle firme Arturo Parisi, l'ex presidente del Consiglio ha auspicato che in tanti possano andare a firmare nei prossimi giorni per raggiungere il quorum, ma ha anche chiarito che questo è stato «un dovere civico» e «non implica nulla riguardo a protagonismi, rientri o cambiamenti della mia vita».
«Se i partiti - ha detto Prodi ai cronisti a Bologna - riuscissero a fare una riforma elettorale loro, immediatamente, io sarei l'uomo più felice del mondo. Non abbiamo mica sposato il referendum per disturbare la gente». Quindi, ha aggiunto, «se i partiti si mettono in gioco per una buona legge elettorale va ancora meglio».
A chi gli chiedeva se l'eventuale referendum fosse una sconfitta per la politica italiana, Prodi ha aggiunto: «Le sconfitte della politica sono purtroppo tante. Per questo bisogna rianimare e riprendere il senso del futuro e con un Parlamento così distaccato dalla gente questo obiettivo è impossibile».

Parisi a Bersani: «L'estrema ratio è alle spalle» - Se il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani ha definito ieri il referendum per l'abrogazione dell'attuale legge elettorale una estrema ratio il presidente del comitato promotore del referendum Arturo Parisi gli risponde che «l'estrema ratio è alle spalle» e ora «è il momento di dare le risposte», serve «un piccolissimo gesto, una firma».
«Anche per me il referendum è l'estrema ratio - ha detto Parisi prima di accompagnare Romano Prodi a firmare nella sala civica di Bologna -. Abbiamo calcolato attentamente prima di intraprendere una via straordinaria quale quella del referendum, ma il tempo è passato e l'estrema ratio è al passato e non vorrei che qualcuno scoprisse l'estrema ratio in ottobre. Se le decisioni - ha aggiunto - non vengono prese entro il 30 settembre, le prossime elezioni si svolgeranno con questa legge e l'Italia sarà priva ancora una volta di un Parlamento nella pienezza della sua legittimità».
Parisi si dice «fiducioso» del raggiungimento del quorum: «Ci siamo rovinati l'estate per consentire ai cittadini di lasciare a verbale e di trascrivere la loro rabbia e indignazione per i sei anni passati senza che si sia fatto nulla».

Buttiglione: «Prodi non vuole un rapporto Pd-Terzo Polo» - «Condividiamo l'opinione di Prodi che la via maestra è una nuova legge elettorale che restituisca ai cittadini la possibilità di scegliere i propri parlamentari», lo afferma il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione, sottolineando però che «il nostro modello è quello della proporzionale alla tedesca che vige da anni in un Paese avanzatissimo come la Germania».
«Col Mattarellum - continua - si può al massimo ottenere il risultato di tornare a quel feticcio del bipolarismo muscolare che ha prodotto i fallimenti ripetuti dei Governi Prodi e Berlusconi. Poiché escludiamo che il Professor Prodi abbia nostalgia di quei Governi, non vorremmo che la sua firma fosse solo un modo per impedire ogni alleanza tra il centrosinistra ed il Terzo Polo. Poiché è chiaro che se il Pd sposa il Mattarellum rinuncia ad ogni ipotesi di alleanza con noi».

Veltroni firma referendum: «Strumento per cambiare» - Il referendum elettorale pro-Mattarellum è uno «strumento» che ha «l'obiettivo primo di spingere il Parlamento a fare una nuova legge elettorale». Walter Veltroni lo ha detto ai giornalisti, dopo aver firmato il quesito referendario che punta all'abrogazione del 'Mattarellum'. «Il referendum ha già ottenuto un primo risultato, bloccare l'iniziativa che puntava a tornare al proporzionale, per di più con le liste bloccate. Ora - ha proseguito - può servire a spingere in Parlamento il ddl del Pd per un sistema elettorale a doppio turno fondato sui collegi uninominali. E' uno strumento fondamentale di pressione».
Veltroni ha quindi aggiunto: «Poi, io sono convinto che in questo momento serva tutto l'impegno del Pd per dimezzare i parlamentari: non è vero, come dice qualcuno che ci vuole troppo tempo, basterebbero 90 giorni. E se passasse il dimezzamento dei parlamentari, poi si dovrebbe fare comunque la riforma della legge elettorale».

Bersani: «Lasciamo lavorare la società civile» - Il segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani ha ribadito che non firmerà per il referendum abrogativo dell'attuale legge elettorale. Al momento il partito va avanti per la sua strada, cioè la proposta di modifica della legge già presentata in Parlamento. Ben vengano le firme di esponenti di spicco anche del centrosinistra (oggi Prodi e Veltroni), ma in questo momento - ha ribadito lo stesso segretario dalla Festa di Modena - è meglio che i «segretari dei partiti non mettano il cappello su questa proposta». Poi «quando sarà ora di combattere», il Pd «darà una mano» e «i risultati» si vedranno come si sono visti in passato quanto i democratici hanno sostenuto gli altri referendum e hanno partecipato, per esempio, alla «battaglia» delle donne Se non ora, quando.
A chi gli chiede se firmerà per raggiungere il quorum del referendum, Bersani ha risposto: «Io sostengo la nostra legge, spero che il referendum possa essere uno stimolo, se non c si arrivasse meglio il referendum della 'porcata'. Ma penso che io e gli altri segretari di partito debbano lasciare lavorare la società. Quando sarà ora di combattere, se il Pd decide di dare una mano, i risultati poi si vedono come si sono visti» negli ultimi referendum.

Europa: «C'è solo il referendum per cambiare la legge elettorale» - Per cambiare la legge elettorale c'è solo uno strumento, il referendum pro-mattarellum. Europa, uno dei due giornali che fanno riferimento al Pd, si schiera a favore del quesito promosso da Arturo Parisi. In un editoriale in prima pagina dal titolo Europa con questo referendum si legge: «L'unico antidoto all'antipolitica è la politica, cioé l'iniziativa riformatrice». Nel pezzo si ricorda che «questo giornale non da oggi auspica che il Pd ritrovi pienamente la sua vocazione maggioritaria (anche nel senso del sistema elettorale)».
L'obiettivo delle 500mila firme è «difficile, ma possibilissimo», scrive ancora Europa, soprattutto dopo l'adesione di Romano Prodi all'iniziativa.