16 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Eventi

Una notte nella scatola musicale dei Genesis

Musical Box al Teatrone sommersi da una cascata di applausi

UDINE - «Vado a sentire i Genesis questa sera». «Si, ma quelli non sono i Genesis». Ecco, partiamo da questa considerazione ovvero che ci sono due possibilità: la prima è andare a sentire la cover band dei Pink Floyd, Led Zeppelin, Beatles, Doors, Genesis; la seconda è non sentire mai più dal vivo la musica dei Pink Floyd, Led Zeppelin, Beatles, Doors, Genesis. Altre soluzioni non ce ne sono. Mozart è morto nel 1791, la sua musica è suonata tutt’oggi, ovunque. La logica è la medesima.

Tornando a noi, chi ha scelto la prima opzione è accorso a mo’ di pellegrinaggio mistico alla serata al Giovanni da Udine per omaggiare - in religioso ascolto - la musica di una delle più grandi band della storia del rock. E non è rimasto certo deluso. The Musical box from Canada ha incantato per quasi tre ore una platea di intenditori sulle magiche visioni di Peter Gabriel, Phil Collins, Steve Hackett, Tony Banks, Mike Rutherford.

Totally white, i nuovi magnifici cinque in extravaganza a zampa di elefante rigorosamente original vintage, hanno incendiato il Teatrone con cavalli di battaglia e non della golden age del progressive.

Stacchi mozzafiato, assoli interminabili ma mai fine sè stessi, momenti onirici, infiniti trip dalla profonda Inghilterra alle pendici del Vesuvio e ritorno, passando per mondi che solo loro hanno saputo plasmare. Il quintetto, che ha ricevuto la benedizione di Gabriel e soc,i suona a memoria e con un’intesa palpabile. La forza sta nel collettivo, proprio come i Genesis, dove tutti contribuivano (e che contributi!) ma nessuno era indispensabile e a testimonianza di questo eccellenti carriere soliste parallele alla longevità del gruppo.
Anche le somiglianze somatiche sembrano non cadute a caso, per cui il cantante strizza l’occhio a PG sicuramente, ma con un lieve cedimento su Cochi Ponzoni.

Tra un brano e l’altro il «Bravo! Bravi!» e gli applausi liberatori celano un senso indicibile di nostalgia del perché io no... perchè noi no - riferito ad un’epoca che non tornerà. Mai.

E che belle le discussioni nell’intervallo su «in questa cantava Phil Collins, quando aveva ancora la barba!» versus «ma scherzi c’era ancora Gabriel!» Questioni d’onore da giocarsi la faccia per valori che non si possono intaccare, della serie toccami la macchina ma non il vinile di Selling England by the Pound!

Si riprende sempre sull’onda di A trick of the tail: qualcuno chiude gli occhi ed immagina di essere nel lontano ‘76. Oltre ai costumi, anche strumentazione, luci e scenografia per chi li tiene aperti suggeriscono lo stesso.

Fountain of Salmacis, in amletica tenuta. E posa.
To be Genesis o not to be? In ciniglia nera. Ed una cascata di applausi da dividere 50-50 tra Musical Box e i proprietari dei diritti.
Ma forse anche 99 a 1 va benissimo lo stesso, perchè tutti sono lì per lo stesso motivo, lo stesso scopo, lo stesso crime.

Carichi pesanti da Foxtrot, e quel Mellotron barocco!
La meravigliosa The Cinema show con campionario di illustrazioni animate che scorrono: ora apollinee, poi morbose, ancora inquietanti ed apocalittiche, quanto gradevoli.
Musical box, pezzo prevedibilmente sentitissimo.
Interminabile il bis con la suite di Supper’s ready ed il costume da donna con la testa di volpe: uno dei tanti travestimenti che resero celebre le performance del frontman a metà strada tra opera rock e teatro dell’assurdo.

E poi si accendono le luci, la magia è finita. Si ritorna nel tristissimo e piovoso autunno 2019. Ultimi scambi di opinioni, qualcuno vanta una rarità più rara delle altre nella propria collezione. Poi sali in macchina e ti chiedi «e ora cosa metto su?» già sapendo che non ascolterai più niente.
Ecco quando dopo un concerto non riesci ad ascoltare più niente allora significa che non c’è niente di più di quello che hai ascoltato.
Come quelle cene infinite che iniziano con antipasto, bollicine, primi, secondi, bianchi, rossi, dolci e alla fine chiudi con un rum o un whisky. Proprio così: appagati e sazi, di musica.
Perchè «sono andato a sentire i Genesis questa sera!».