19 aprile 2024
Aggiornato 16:30
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Fondo Indennizzo Risparmiatori: un calvario senza fine

Le associazioni dei risparmiatori chiedono emendamenti per un Fondo che non sia solo uno spot elettorale

UDINE - Pare non avere fine il calvario dei risparmiatori truffati dalle banche venete. «L'Italia è un paese che ogni tanto si muove al contrario - commentato con amarezza le associazioni che da anni ormai seguono i risparmiatori truffati -. E così anche sul Fondo indennizzo Risparmiatori ci troviamo a veder pubblicato l'11 giugno 2019 il decreto attuativo di un decreto legge crescita che non è stato ancora convertito in legge. Poche volte si è assistita ad una cosa simile che va a sovvertire l'iter procedurale. A questo punto speriamo che presto arrivi la legge di conversione del decreto crescita e del suo articolo 36, ma con quelle attese modifiche che potranno garantire ai risparmiatori di avere uno strumento efficace"

«La Commissione Bilancio della Camera - aggiungono - sta esaminando gli emendamenti inizialmente accantonati e presentati dall'attuale opposizione, cioè da Fratelli d'Italia (Rizzetto) nonchè da Forza Italia (D'Ettore), da Pd (Marattin) e da Leu (Pastorino). Nella sostanza chiedono un equo indennizzo, che possa essere anche pari al 100% di quanto perduto da ciascun risparmiatore, nel caso in cui questo ottenga una pronuncia di un arbitro all'esito dell'accertamento delle violazioni compiute nel singolo caso. Si tratta di una strada ulteriore che si chiede venga aggiunta al doppio binario già previsto e a cui anche la Commissaria Europea Vestager ha dato l'ok alle associazioni che il 28 maggio erano al suo cospetto per avere una risposta in merito. Gli altri emendamenti riguardano il fatto che l'indennizzo del 30% venga considerato quale acconto e che il calcolo dell'indennizzo venga fatto tenedo in considerazione sì il prezzo pagato per l'acquisto delle azioni oltre agli oneri fiscali ma anche gli interessi legali e la rivalutazione monetaria maturati"

«Questa è un'occasione da non perdere - concludono i rappresentanti delle associazioni - e che permetterebbe alla buona politica di dimostrare che le azioni vengono fatte per la gente e per dare risposte concrete a chi si trova in difficoltà e non solo per aumentare consensi. Assegnare un'elemosina a chi ha acquistato nel tempo le azioni mettendo tutto nelle banche venete o nelle 4 banche dell'Italia centrale purtroppo non risolverà nulla ma anzi getterà ancora di più nello sconforto e nella difficoltà molti anziani, che sono proprio coloro che nel tempo hanno risparmiato e depositato in quello che era il salvadanaio delle banche venete per poi beneficiarne nella vecchiaia e per le spese necessarie alla loro vita". Le associazioni chiedono quindi "al Governo un atto di responsabilità e di coraggio!».