29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Dove va il mondo?

Al via R-Evolution, lezioni di storia contemporanea al Verdi di Pordenone

Il Teatro Comunale inaugura una collaborazione con il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, realtà di riferimento sul territorio in tema di informazione e riflessione geopolitica

PORDENONE – Dove va il mondo? Per quanto imprevedibili possano essere le sue traiettorie, anche 'l’età dell’incertezza' ha le sue chiavi di lettura, le sue carte di viaggio da decifrare. Con un nuovo format, concepito in chiave di lezioni di storia del nostro tempo, il Teatro Comunale Giuseppe Verdi di Pordenone inaugura una collaborazione con il Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta, realtà di riferimento sul territorio in tema di informazione e riflessione geopolitica. Attraverso R-evolution. Dialoghi dal futuro del mondo, in stretta partnership con l’Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia saranno proposti percorsi di approfondimento e dialogo con i protagonisti dell’informazione dalle prime linee del mondo e con chi studia l’evoluzione degli scenari inquieti del nostro tempo.

Domenica 18 febbraio alle 11
Si parte domenica 18 febbraio, al Teatro Verdi alle 11, con un tema che per vocazione appartiene al nord-est d’Italia: ovvero all’area strategica e 'baricentrica' fra due anime d’Europa - ma potremmo dire d’EurAsia - spesso schierate sui fronti opposti della storia. Della 'Questione balcanica come risorsa: l’onda lunga del futuro' converseranno Lucia Goracci, corrispondente Rai a Istanbul, Premio Luchetta 2014, volto e voce dalle trincee più incandescenti del nostro tempo, e Gigi Riva, editorialista del gruppo Espresso e a lungo inviato speciale nell'ex Jugoslavia e in Medioriente per il Giorno e L'Espresso. Condurrà il dialogo il direttore del Messaggero Veneto, Omar Monestier. L’incontro è proposto con accesso libero per il pubblico, e con crediti Ecm per gli iscritti all’Ordine dei giornalisti Fvg.

Nel 2018 i 50 eventi dal 1968
Il 2018 scandirà insieme i 50 anni dagli eventi del ’68 nell’Est-Europa, e in particolare dalla Primavera di Praga, e i 100 anni dalla fine della Grande Guerra, il primo catastrofico conflitto di portata 'globale' originato proprio nella 'polveriera' balcanica. Quale incidenza può avere l’eterna e mai risolta questione balcanica rispetto alle grandi instabilità del terzo Millennio, dall’Isis alle migrazioni? La Commissione europea ha appena lanciato la sua 'Strategia per i Balcani' che punta a stringere ulteriormente i legami con l’area attraverso sei 'iniziative faro' che si svilupperanno già nel 2018. L’integrazione dei Balcani occidentali è l'orizzonte dichiarato da qui al 2025, pur nel contesto delle incertezze legate alle conseguenze per la sicurezza interna dell’Europa. Sicurezza ed allargamento sono compatibili? L’accesso dei Paesi dei Balcani all’interno dell’Ue si prospetta come una risorsa o una potenziale minaccia? La questione si era concretamente posta più di dieci anni fa rispetto alla Turchia, ma la svolta autoritaria del governo Erdogan, l’islamizzazione del Paese e la pregiudiziale contrarietà di Stati come la Francia e la Germania avevano pregiudicato qualsiasi ipotesi di adesione di Ankara all’Ue. Oggi l’Europa non puó permettersi di non guardare ai Balcani, che sono stati per anni il fulcro della politica estera di difesa comune dell’Unione Europea, interrogandosi sulle prospettive di una partnership che schiude potenzialità rinnovate e appetibili. Da una regione di confine che si sente porta d'Occidente, ecco uno sguardo ad ampio raggio sulle evoluzioni in atto e gli scenari che possiamo aspettarci nel breve tempo.

I protagonisti dell'evento
Lucia Goracci è corrispondente Rai da Istanbul, ed è stata a lungo impegnata nella redazione Esteri di Rai News 24. È entrata in Rai nel 1995: prima destinazione il TGR Sicilia, quindi Rai News 24 e poi il TG3. Ha viaggiato in Africa, Europa, Siria, Iraq, Afghanistan, Israele e territori palestinesi (guerra di Gaza 2008-2009), Iran (proteste dell’Onda Verde 2009), Haiti (terremoto 2010), Libia (rivolte anti-Gheddafi 2011), America Latina, India, Egitto e nel resto del Medio Oriente e più recentemente ha coperto le ultime guerre mediorientali, tra cui Gaza, Afghanistan, Iraq, Libia, Siria e i vari fronti della guerra allo stato islamico. Era a Kobane durante l’assedio dell’Isis. Ha ricevuto, tra gli altri, i premi giornalistici Antonio Russo (2008), Ilaria Alpi (2011), Luigi Barzini (2012), Cutuli (2013) e Marco Luchetta (2014).
Gigi Riva è stato caporedattore centrale del settimanale L'Espresso dal 2012 al 2016 e direttore del Giornale di Vicenza da giugno 2001 a ottobre 2002. A lungo inviato speciale nell'ex Jugoslavia e in Medioriente rispettivamente per il Giorno e L'Espresso, ha lavorato anche al Giornale di Bergamo, al Gazzettino, e a D - la Repubblica delle donne. Attualmente è editorialista del gruppo Espresso. Ha scritto i libri Jugoslavia il nuovo Medioevo (Mursia 1992, con Marco Ventura); 'L'Onu è morta a Sarajevo' (Il Saggiatore 1995, con Zlatko Dizdarevic), 'I muri del pianto' (Utet-De Agostini, 2006) e il romanzo 'Le dernier pénalty' (Editions du Seuil, Parigi, 12 maggio 2016, poi uscito in Italia da Sellerio, Palermo, il 19 maggio dello stesso anno, col titolo 'L'ultimo rigore di Faruk'). Il libro ha vinto il 'Prix Etranger Sport et Littérature' assegnato dall' 'Association des Ecrivains Sportifs' al miglior volume scritto in lingua straniera e pubblicato in Francia nel 2016. Sempre nello stesso anno in Francia è stato anche inserito nella cinquina di finalisti del 'Prix Jules Rimet'.