3 maggio 2024
Aggiornato 09:00
Al Castello di Udine, il 27 luglio

Mannoia... dolcemente complicata, fortemente impegnata

"Verità per Giulio Regeni". Si chiude così la ventunesima edizione di Onde Mediterranee con il consueto gran galà al parco del castello di Udine. Giancarlo Velliscig sale sul palco assieme al padre (visibilmente commosso, come del resto il patron della manifestazione) ed all'avvocato di famiglia del ricercatore

UDINE - "Verità per Giulio Regeni». Si chiude così la ventunesima edizione di Onde Mediterranee con il consueto gran galà al parco del castello di Udine. Giancarlo Velliscig sale sul palco assieme al padre (visibilmente commosso, come del resto il patron della manifestazione) ed all'avvocato di famiglia del ricercatore. Un mare di applausi sinceri li accoglie. Campagna di sensibilizzazione dell'opinione pubblica che nel mondo dell'arte, ed in particolare della musica, ha trovato una valida cassa di risonanza come spiegheranno gli stessi. Così hanno aderito Max Gazzè, Nicolò Fabi e Samuel dei Subsonica. E poi arriva lei: abito scuro e maglietta bianca, colori freddi ad esaltare la sua celeberrima chioma rossa. Apre con "I miei passi", uno dei tanti pezzi autobiografici. Ed è subito un tripudio. Fiorella Mannoia: una donna che piace alle donne, come dimostra la platea. Fragile, dolce, complicata, forte e debole nello stesso tempo, simpatica, consigliera, onesta, l'amica che tutte vorrebbero, caratteristiche che sprigiona a profusione dai testi delle canzoni.

Testi che spesso non sono stati i suoi, come racconterà nel continuo monologo verso il pubblico, rivendicando la nobiltà del mestiere dell'interprete. Fossati, Moro, Battiato, Vasco, tanto per citarne qualcuno. Brani reinterpretati e a volte resi ancora più famosi degli originali grazie ad un talento ed un'empatia inconfondibili. L'impegno che negli anni è cresciuto parallelo alla carriera: impegno per le donne in primis: "Io non ho paura" che suona come un manifesto, impegno contro lo sfruttamento delle bambine nel terzo mondo (orgogliosa autrice della prefazione del libro denuncia di Silvestro Montanaro) e naturalmente per il nostro Giulio, al quale è dedicato l'intero concerto.

"Quello che le donne non dicono" compie trent'anni. Scritta da un altro caro amico - Enrico Ruggeri - il classico flop a Sanremo che poi sbancherà le classifiche. Ritornello che il pubblico conosce a memoria, a lei la soddisfazione eneanche la fatica di cantarla. "Il cielo d'Irlanda" a fine scaletta, forse un attimo sottotono.  Striscione per Regeni a chiudere, con una Mannoia sempre sul pezzo e mai banale, e con la promessa... di un imminente ritorno in quel di Udine.