27 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Fvg

Riforma delle Ater: ecco come cambieranno le regole per ottenere una casa

A definire le nuove regola sarà un comitato ristretto istituito all'interno della IV Commissione consiliare. Si va verso l'aumentano degli anni minimi di residenza

TRIESTE – Sarà un un comitato ristretto istituito all'interno della IV Commissione consiliare, presieduta da Piero Camber (Fi) a definire le modifiche alla legge regionale numero 1 del 2016 in materia di riforma organica delle politiche abitative e riordino delle Ater. Una decisione presa dopo che sul tavolo della Commissione sono giunti due progetti di legge, il primo a firma Giacomelli e Basso (FdI/An), il secondo da parte dell'assessore Graziano Pizzimenti per la giunta regionale, poi approfonditi ascoltando i suggerimenti dei portatori di interesse quali Comuni, sindacati degli inquilini e ovviamente le Aziende territoriali stesse.

CRESCONO GLI ANNI DI RESIDENZA IN FVG - I due provvedimenti non differiscono molto tra loro. Entrambi, infatti, prevedono in primis l'innalzamento da 2 a 5 degli anni minimi di residenza in Fvg per l'accesso all'edilizia residenziale pubblica (modifica all'articolo 29 della Lr 1/2016), allineando il Friuli Venezia Giulia a Veneto e Toscana. E tale limite, ha aggiunto Giacomelli nella sua presentazione della pdl, è riconosciuto altresì dall'Unione Europea come lasso di tempo necessario per ottenere lo status di soggiornante di lungo periodo e il conseguente diritto all'accesso al pari trattamento nell'ottenimento di un alloggio. Per Fratelli d'Italia, l'obbligo di residenza in Friuli Venezia Giulia non sarà più chiesto al solo richiedente, ma esteso a tutti i membri del nucleo familiare, fatta eccezione per i minori a carico. Per la giunta, così invece Pizzimenti, se la richiesta è fatta in forma associata, il requisito basta sia posseduto da uno dei richiedenti. Inoltre, i 5 anni di residenza potranno essere anche non continuativi nel decennio precedente. Quanto, poi, all'attestazione della proprietà, la pdl n. 12 specifica che non si devono avere alte proprietà 'ovunque ubicati', mentre il ddl n. 16 prevede né in Italia né all'estero e aggiunge che i cittadini extracomunitari dovranno presentare «la documentazione attestante che tutti i componenti del nucleo familiare non sono proprietari di altri alloggi nel Paese di origine e di provenienza». Inoltre, per Giacomelli e Basso dovranno essere esclusi dall'assegnazione dell'alloggio coloro i quali abbiano occupato abusivamente proprietà altrui, e siano stati condannati ai sensi dell'articolo 633 del codice penale (reato di invasione di terreni o edifici) nei precedenti dieci anni.

LA QUESTIONE DELLA VIOLENZA DOMESTICA - Il disegno di legge prevede anche un nuovo articolo, il 3 bis, che riguarda il tema delle violenze domestiche. «La Regione, attraverso l'Ater, Ente di natura sociale – ha riflettuto Pizzimenti -, non può restare indifferente di fronte a fenomeni che evidenziano situazioni familiari difficili. Perciò prevediamo la decadenza dell'assegnazione dell'alloggio per gli autori di delitti di violenza domestica, mantenendo però per i conviventi il diritto di abitazione e dunque il subentro nella titolarità del contratto». La proposta di legge dal canto suo afferma che i Comuni e le Ater saranno tenuti a favorire un processo di integrazione mediante la composizione in modo eterogeneo dei blocchi abitativi. Inoltre, per garantire un principio di equità nell'assegnazione degli alloggi, la percentuale degli inquilini non provvisti di cittadinanza italiana, a livello comunale, non potrà superare la percentuale dei residenti stranieri nella regione. Tale percentuale sarà stabilita in base ai dati forniti dall'Istat: in tal modo, i cittadini italiani non saranno penalizzati nell'ottenere gli alloggi di edilizia popolare. Il comitato ristretto si riunirà la prossima settimana; la IV Commissione, ha promesso il presidente Camber, lavorerà per riuscire a portare il provvedimento all'attenzione dell'Aula in una delle sedute già previste per la fine di ottobre.

LE RICHIESTE DEI CONSIGLIERI - «Non si tratta della riforma delle Ater, ma solo di una revisione parziale seppure importante», ha sottolineato Pizzimenti in apertura, ma alcuni consiglieri hanno comunque approfittato per avanzare già delle richieste: approfondire anche il tema della riqualificazione del patrimonio delle Ater attraverso ascensori e coibentazioni, per Honsell (OpenFvg); verificare il patrimonio immobiliare dismesso dallo Stato, per Centis (Citt); verificare a che punto è il rapporto con il demanio militare per avere a titolo gratuito gli immobili, per Santoro (Pd); ripensare governance e funzioni delle Ater, per Sibau (ProgettoFvg/Ar).