2 maggio 2024
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Appuntamenti

Eventi a Trieste, ecco cosa fare martedì 9 gennaio

Tanto spettacolo in città e poi musica e cultura. Ecco che cosa vi attende e come fare per godersi la serata e non perdersi il meglio

TRIESTE – Spettacoli, commedie, musica e cultura. Ecco qualche consiglio per non lasciarsi lasciarsi sfuggire gli appuntamenti più interessanti della serata.

A teatro
Alle 19.30, al Teatro Miela, in scena «Immigrant Song (2.0)» dedicato a Thomas Sankara. Il titolo del famosissimo brano dei Led Zeppelin, che aveva apparentemente tutt'altro senso parlando della conquista dell’occidente da parte dei Vichinghi, qui  è  preso a prestito per parlare della non conquista dell’Occidente di oggi... Da parte di gente che muore per strada (o  per mare)... Lo spettacolo sembra chiedersi se per strada non sia morto l’Occidente stesso... Questo nuovo lavoro della Scuola Sperimentale dell’Attore non è esattamente un monologo, poiché le parole non sono molte, intrecciate con azioni coreografiche e simboliche che fanno pensare più a una ritualità che a un racconto. Un Pulcinella cantastorie ci regala, con tanto di mandolino, una favola di Josè Saramago sulla (impossibile) fine del mondo, ed evoca, in questa cornice, la presenza di un migrante dell’attualità, che a sua volta chiama sulla scena la figura Thomas Sankara, il carismatico leader rivoluzionario del burkina Faso eliminato nel 1987. La storia si rivela man mano, mentre lo spettatore viene affascinato dall’intrigante intreccio di parole e gesti. E tra le ombre del detto e del danzato danno segno di sé diversi fantasmi «non protagonisti» della vicenda: il colonialismo e la regola onnipresente del capitale, il migrante fuggito da una politica violenta e tutti i migranti fuggiti da qualsiasi cosa deprima la speranza e la dignità umana. Con la lingua della bellezza e poesia, lo spettacolo contempla con delicatezza l’idea del declino di una civiltà, la nostra, rispetto alla quale il «Problema Migranti» è forse solo uno tra i sintomi più dolorosi. Il lavoro testimonia anche di una ricerca meticcia sui linguaggi d’attore, che trova una sua ragione nella tradizione di un impegno verso la specificità del teatro che la compagnia porta avanti da oltre trent’anni; una specificità che oggi più che mai deve attingere, senza pregiudizi e nemmeno senza superficiali pluralismi, alle eccellenze di ogni cultura.

Commedia
Al Teatro Stabile, alle 20.30, in scena Giovanna e il funambolico Alfredo. Una commedia «patafisica» con Ariella Reggio e Francesco Magali, regia di Marco Mattolini, scene e costumi di Andrea Stanisci. di Francesco Magali con Ariella Reggio e Francesco Magali regia di Marco Mattolini Il 7 agosto 1974 il funambolo francese Philippe Petit compì la sua impresa più famosa e spettacolare: passò da una torre all’altra del World Trade Center di New York camminando su un cavo sospeso a più di 400 metri di altezza. Come convive questa vicenda a suo modo epica con Giovanna d’Arco e un pittoresco personaggio di nome Alfredo che nel suo mondo, claustrofobico e pieno di libri, in pigiama e vestaglia, è pronto per andare a dormire? Francesco Magali mette in scena, con poesia e ironia, la ricerca di un uomo che sfiora la follia nel voler dare un senso alla sua esistenza e scrive, per un’attrice d’eccezione come Ariella Reggio, il personaggio di una Giovanna d’Arco anziana che, ripercorrendo con fedeltà storica la sua vicenda, aiuta Alfredo ad affrontare i suoi fantasmi.

Spettacolo
Al Teatro Rossetti, alle 19.30, in scena «Il canto e la fionda». «Poeta, profeta, disturbatore delle coscienze, uomo di fede, uomo di Dio, amico di tutti gli uomini» così il cardinale e arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini definì padre David Maria Turoldo (1916-1992), che – nel centenario della nascita – è stato celebrato da molte iniziative in Friuli Venezia Giulia, sua regione d’origine. Fra esse brilla «Il canto e la fionda», prodotto dal CSS, scritto e diretto da Massimo Somaglino con protagonista Fabiano Fantini, che lo Stabile regionale ospita alla Sala Bartoli nell’intento di onorare e ricordare ulteriormente una figura tanto significativa.

Musica live
Alla Libreria Knulp, alle 21, New Shape Live. Da un’esperienza decennale condivisa in varie formazioni, progetti musicali ed esibizioni su svariati palchi, festival, si uniscono insieme per la nascita di questo nuovo progetto di brani originali e di tributi che toccano in profondità il cuore Francesca Viaro alla voce, Marco Bolfelli alla chitarra, Alvise Seggi al contrabbasso e Igor Checchini alla batteria.

Libri
Alle 18 all' Antico Caffè San Marco, Paul Hus presenta il suo libro «L'isola tra i monti». Un romanzo a sfondo storico. Lo spunto è tratto dalle vicende che interessarono Senosetsch e Trieste negli anni che vanno dal 1818 al 1854, data in cui con la costruzione della ferrovia Vienna – Trieste, il paese di Senosetsch venne completamente tagliato fuori dalle rotte commerciali da e per il centro Europa. L’Autore miscela abilmente quelle vicende ed i relativi personaggi storici con fatti e persone di sua fantasia in un intreccio di episodi che ruotano attorno all’argomento principale del romanzo: la costruzione della nuova fabbrica di birra nel paese di Senosetsch. Il susseguirsi a ritmi incalzanti degli eventi attireranno senza alcun dubbio l’interesse del lettore già dai primi capitoli. Le sue previsioni logiche rimarranno comunque disattese fino all’ultimo. Il finale poi lo coglierà di sorpresa perché del tutto inaspettato. La fabbrica nasce nel 1820 a Senosetsch, oggi Seno¸eče, per volere di Franciscus Seraphino di Porcia, principe del Sacro Romano Impero. Già allora Senosetsch era un vivace e popoloso centro nevralgico che doveva le sue fortune al fatto di venir attraversato dalla Rotabile Imperiale che collegava Trieste con Vienna e di essere sede del dazio sulle merci in transito. I proventi del dazio, istituito fin dal tredicesimo secolo, erano riscossi dai Signori di Porcia, principi del Sacro Romano Impero e vassalli dell’Imperatore. In Senosetsch i Porcia avevano la loro residenza ufficiale e, in quanto vassalli, il diritto di amministrare la giustizia tramite un giudice delegato a questa bisogna. L’intento di costruire la fabbrica di birra in Senosetsch non era casuale ma bensì dettato dall’ottima qualità dell’acqua ivi esistente, ideale per la fabbricazione della birra, nonché dalla sua abbondanza. La clientela da soddisfare era parecchia se si teneva conto non solo dei notevoli consumi locali ma anche dell’approvvigionamento della piazza di Trieste che già da tempo aveva aumentato la richiesta di birra quale conseguenza del notevole incremento demografico della città. Un’ulteriore prospettiva di vendita, anche se non immediata, era data dalla possibilità di esportare la birra via mare tramite le navi che affollavano il porto Trieste. Quest’ultima possibilità presupponeva la disponibilità di una birra in grado di mantenere invariate per lungo tempo le sue qualità senza alterarsi. A tal fine era prevista l’applicazione, sia pure sperimentale, delle nuove tecniche ideate presso la fabbrica di birra a Plzen da parte del mastro birraio Josef Groll.