28 marzo 2024
Aggiornato 19:00
Dati diffusi dal Sistema nazionale di protezione dell'ambiente

Ambiente: qualità aria a Trieste, prime indicazioni sul 2016 positive

Il capoluogo della regione non presenta criticità confrontabili con quelle delle principali aree urbane del Paese

TRIESTE - Per l'Arpa, l'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente del Friuli Venezia Giulia, la qualità
dell'aria nella zona di Trieste nel 2016 rientra negli standard previsti dalla normativa, nonostante un rilevante carico emissivo legato principalmente al settore dei trasporti (via nave e su gomma), al riscaldamento domestico e alle attività produttive. La qualità dell'aria nel capoluogo della regione non presenta dunque criticità confrontabili con quelle delle principali aree urbane del Paese ed in particolare con quelle della pianura Padana.

I confronti tra le aree urbane possono essere effettuati solamente rapportando i dati ufficiali diffusi dal Sistema
nazionale di protezione dell'ambiente (le Arpa/Appa e Ispra) relativi a stazioni con caratteristiche tra loro omogenee (ad esempio, stazioni di fondo urbano o di tipo traffico). Per il confronto a livello nazionale, sono disponibili i dati del 2015, mentre quelli del 2016 lo saranno solo dopo la conclusione delle procedure di validazione delle misure.

Nel Rapporto Ispra sulla qualità dell'aria nelle aree urbane nel 2015 risulta, ad esempio, che buona parte delle stazioni di fondo urbano presenti nella pianura padano-veneta presentano dei livelli di polveri sottili (Pm10) significativamente più elevati rispetto al Friuli Venezia Giulia. Il numero di giorni con superamento della soglia di 50 microgrammi/m3 per le polveri sottili è spesso maggiore di 70 (Torino 84-86, Milano 71-100, Vicenza 106, Padova 88, Venezia 69-78), contro un valore di 58 a Pordenone (è il capoluogo che evidenzia il maggior inquinamento atmosferico, principalmente a causa della sua posizione geografica), 26-28 a Udine, 23 a Gorizia e 18-27 a Trieste.
Un'analoga situazione si presenta per la media annua della concentrazione delle polveri sottili. Molte stazioni della
pianura padano-veneta presentano livelli prossimi o leggermente superiori alla soglia di legge di 40 microgrammi/m3 (Torino 36-38, Milano 33-42, Vicenza 43, Padova 38, Venezia 35), mentre in regione la media annua delle polveri sottili si attesta su 31 microgrammi/m3 a Pordenone, 22-26 a Udine, 23 a Gorizia e 22-26 a Trieste.

Per il 2016 in Friuli Venezia Giulia al momento possono essere fatte, dunque, solo delle proiezioni, poiché i dati non sono ancora completamente validati. Per garantirne la piena affidabilità dal punto di vista tecnico-scientifico, infatti, è
necessario ricorrere ad una serie di complesse elaborazioni e verifiche - di tipo normativo, tecnico, modellistico e statistico - che richiedono anche diverse settimane.
Pur con questa precisazione, Arpa segnala che nel 2016 le polveri sottili sono rimaste al di sotto della soglia dei 35 superamenti giornalieri in tutte le stazioni della rete regionale di rilevamento della qualità dell'aria (ad esclusione di quelle posizionate per monitorare le prestazioni degli impianti industriali). Per Trieste nella stazione di fondo urbano di via Carpineto sono stati registrati solamente 10 giorni sopra soglia. Anche per il particolato più fine (Pm2.5) la situazione per Trieste risulta soddisfacente, dato che le rilevazioni indicano valori abbondantemente inferiori ai 20 microgrammi/m3 come media annua. Tale valore è inferiore al limite attuale di 25 microgrammi/m3, ma è anche in linea con il valore obiettivo a lungo termine che entrerà in vigore nel 2020.

Per quanto riguarda gli inquinanti 'tradizionali', come gli ossidi di azoto e il benzene, già da diversi anni si sta
assistendo ad una progressiva riduzione nelle concentrazioni rilevate presso le stazioni di rilevamento poste nei contesti di fondo urbano.
E' da tenere inoltre presente che ulteriori dati sulla qualità dell'aria di un comprensorio o di un'area territoriale, inclusa
quella triestina, sono forniti dalle stazioni di monitoraggio delle prestazioni degli impianti industriali. I dati di questo
secondo gruppo di stazioni - tra le quali rientra anche quella di San Lorenzo in Selva (Rfi) di Trieste - assumono tuttavia un significato diverso, non comparabile con quelli rilevabili nelle stazioni urbane. Nel 2016 in Rfi, sempre al netto delle necessarie operazioni di validazione, ci sono stati 40 giorni in cui la concentrazione media delle Pm10 ha superato la soglia di 50 microcrammi/m3, mentre la media annuale si è attestata sui 30 microgrammi/m3. Tuttavia, va evidenziato che in Rfi, considerata la particolare natura della stazione prescritta dall'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) della Ferriera di Servola, per le Pm10 è rilevante il numero di giorni con superamento della concentrazione di 70 microgrammi/m3, che nel 2016 è stato pari a 11, a fronte del massimo consentito dall'Aia
di 35. Tali valori sono inferiori a quanto registrato in molte aree urbane del bacino padano-veneto e comunque in miglioramento rispetto a quanto riscontrato negli anni più recenti, in particolare nel 2015.

Arpa ritiene che i dati di Trieste del 2016 siano indicativi di uno stato della qualità dell'aria complessivamente buona;
tuttavia l'Agenzia sottolinea come l'attenzione non deve in alcun modo essere abbassata, ma devono proseguire le azioni di contenimento delle emissioni previste dalla normativa nazionale e recepite anche in ambito regionale. Ciò è importante in primo luogo perché, in particolare a Trieste, la qualità dell'aria è fortemente dipendente dalle condizioni meteorologiche e anni di ristagno atmosferico, come il 2012 o il 2007, possono portare nuovamente a superare i limiti di legge. In secondo luogo perché, come mostrato da recenti studi, ridurre le emissioni di sostanze inquinanti quali gli ossidi di azoto, i composti organici volatili e il Pm10 comporta dei benefici anche in termini di lotta ai cambiamenti climatici.