2 maggio 2024
Aggiornato 07:00
Crimine e ristorazione

Gruppo Peperino: riciclaggio ed evasione sul 40% dei ricavi

Le famose pizzerie avevano un doppio sistema di contabilità, le apposite strumentazioni sono state sequestrate da Gdf e Carabinieri. Sotto indagine pizzerie in tutto il Triveneto

TRIESTE - Indagini in corso sul ‘Gruppo Peperino’, catena di ristorazione famosa per le sue pizzerie. L’accusa è quella di «trasferimento fraudolento di valori e di riciclaggio», a cui si aggiunge l’aggravante di ‘metodo mafioso’.
La Guardia di finanza di Trieste e i Carabinieri di Udine, stanno indagando sul titolare della pizzeria di Trieste, P.S. (già accusato in passato dal procuratore Mastelloni e dal sostituto Frezza) e sono in atto perquisizioni in altri ristoranti a Udine, Verona, Pordenone, Milano, Napoli e Conegliano.

Evasione sul 40 percento dei ricavi
Le autorità hanno già reperito delle strumentazioni elettroniche con cui i gestori riuscivano a nascondere gli effettivi ricavi: un software che creava una sorta di ‘doppia contabilità’, evadendo sistematicamente il fisco per il 40 percento degli incassi negli ultimi anni.
A questo si dovrebbe, secondo Gdf e Carabinieri, l’espansione del gruppo  sul territorio, con un moltiplicarsi di locali «gestiti, per la maggior parte – dichiara il comunicato della Gdf - da personale partenopeo appositamente selezionato dal titolare».