21 settembre 2023
Aggiornato 23:30
Viaggi

Millennials in viaggio: il turismo ai tempi del digitale

L'identikit dei «Millennials» e la loro attitudine durante i viaggi: il 46% prenota attraverso smartphone e tablet, il 64% utilizza aggregatori di servizi turistici come Booking, Expedia o Trivago. Solo il 24% si affida ad agenzie fisiche

Esiste un’interessante e nutrita bibliografia riguardo alla cultura, la psicologia, le caratteristiche dei Millennials (i nati negli anni 80 e 90 del XX secolo), ma ciò che ci interessa in questa sede è analizzare il loro rapporto col viaggio e come essi condizionino il modo di vivere, vendere ed acquistare turismo. La ragione della loro influenza è semplice: i Millennials rappresentano il gruppo demografico «più giovane» che partecipa al mondo del lavoro, che da minor tempo è entrato nel mercato da produttore e consumatore. I Millennials comprendono una fascia di popolazione con differenze interne notevoli, nonostante gli aspetti comuni: si va dai ventenni spesso impegnati a studiare, ai quarantenni con figli e famiglia. In ogni caso, ciò che li accomuna e li distingue maggiormente dalle generazioni precedenti ( Generazione X e Baby Boomers) è lo strettissimo rapporto che intrattengono con la tecnologia.

Il «nativo digitale» non è infatti soltanto venuto al mondo all’apice della rivoluzione informatica, ma è cresciuto con essa, vivendola da protagonista. Tale aspetto non manca di sortire effetti considerevoli sul suo modo di essere turista, oltre che individuo. L’influsso della «natività digitale» si esprime sin dalla scelta della destinazione: il 42% dei Millennials si dice molto influenzato dalle fotografie dei propri contatti social nella selezione di una meta turistica, contro il 29% della Generazione X. Il 30% considera l’atto di «collezionare» una vetrina online di esperienze piacevoli o rappresentative un atteggiamento estremamente rilevante e non accessorio del proprio piacere.

ll 46% prenota attraverso smartphone e tablet

Quando si tratta di prenotazione e pianificazione, l’influsso della tecnologia è nuovamente un fattore dirimente: il 46% prenota attraverso smartphone e tablet, il 64% utilizza aggregatori di servizi turistici come Booking, Expedia o Trivago. Solo il 24% si affida ad agenzie fisiche.

Questa autonomia nell’organizzazione delle vacanze si traduce in una grande attenzione comparativa: raffrontati con gli altri gruppi demografici, i Millennials interrogano un numero maggiore di fonti durante la progettazione del viaggio e l’85% consulta più di un sito web. La ricchezza delle offerte e delle opportunità da gestire appare talvolta soverchiante: 3 Millennials su 4 avvertono l’esigenza di un servizio che possa orientarli analizzando le loro preferenze e ben il 77% si dice disponibile a condividere i suoi dati personali per facilitare l’operazione.

Un numero apparentemente sorprendente è quello dei Millennials che pianificano la partenza a breve scadenza: il 49% del totale, magari servendosi di portali specializzati come Lastminute.com (qui le recensioni). È probabile in realtà che il concetto di «last minute travel» sia inevitabilmente mutato: considerando l’enorme mercato low-cost e l’estrema rapidità dei mezzi informatici, prenotare un viaggio con un margine temporale ridotto non costituisce più un’eccezione od un rischio, poiché la programmazione delle vacanze non necessità più i lunghi tempi tecnici del passato.

Il 97% posta almeno un contenuto social

L’attitudine dei Millennials durante i viaggi mostra alcune ulteriori peculiarità: il 97% posta almeno un contenuto social ed il 57% inoltra aggiornamenti quotidiani. Il 12% afferma che la soddisfazione maggiore nell’intraprendere un viaggio stia nella risposta attiva dei contatti ai materiali condivisi piuttosto che nell’esperienza in sé; il 31% giudica i due aspetti parimenti importanti. In altre parole approssimativamente il 50% dei Millennials reputa l’engagement del proprio «pubblico» un fattore decisivo per misurare il successo delle vacanze: una percentuale alta se raffrontata al 30% della Generazione X e allo scarno 16% dei Babyboomers.

I Millennials esprimono la loro tendenza spiccatamente sociale e la loro esigenza di connessione prolungata anche nella preoccupazione che - al netto di una certa fascinazione - desta in loro il pensiero di un viaggio solitario: il 43% si dice intimidito, rispetto al 30% caratteristico di altri gruppi demografici. Esiste poi una curiosa connessione fra turismo e idealizzazione di sé: se il 30% dei Millennials aspira a risultare più simile all’«io» mistificato che descrive sui social network, questa cifra sale al 40% qualora si interroghino esclusivamente i «Millennials viaggiatori».

N.d.a: le statistiche riportate in questo articolo fanno riferimento a studi condotti sulla popolazione USA e in alcuni casi su quella di Brasile, Cina, Francia, Germania, Australia e Corea del Sud. Per quanto esse non siano globali, possono ritenersi a buona ragione universalmente indicative, ovviamente per quanto riguarda le economie avanzate e quelle ad alto indice di sviluppo umano.