28 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Società

Bebe Vio minacciata di stupro su Facebook. Chiusa la pagina e scatta l’indagine

Insulti e perfino minacce di stupro nei confronti della campionessa di scherma Beatrice ‘Bebe’ Vio. La pagina Facebook è stata chiusa dalla Procura di Venezia dopo l’esposto del Codacons. La polizia indaga per scoprire i responsabili

Il fenomeno degli ‘hater’ è ben conosciuto sui social. Ci sono persone che non hanno niente di meglio da fare se non seminare zizzania o, peggio, odio. Spesso questo malcostume assume toni pesanti che possono avere anche gravi ripercussioni su chi è preso di mira – azioni che possono essere paragonate a una sorta di cyberbullismo. E i toni su una pagina Facebook su Bebe Vio sono divenuti davvero insostenibili, arrivando addirittura a minacciare di stupro.

Presa di mira
Non si sa ancora il perché una ragazza di trent’anni come Beatrice Vio, schermitrice italiana e campionessa mondiale e olimpionica paralimpica di fioretto individuale, sia stata oggetto di insulti e pesanti minacce. Bebe, come molti sapranno, è una campionessa a sé, dato che gareggia sulla sedia a rotelle per via dell’handicap fisico che l’ha colpita a seguito di una grave forma di meningite contratta all’età di 11 anni. Eppure, gli hater ‘di professione’ non si fermano davanti a nulla. E così una pagina Facebook contro Bebe Vio è stata inondata di insulti, minacce di abusi sessuali e tutto il peggio che si possa immaginare.

La reazione
Dopo che è saltato fuori cosa stava accadendo sul social network, il Codacons (l’associazione di consumatori) ha immediatamente richiesto alla direzione di Facebook che la pagina contro Bebe Vio, oggetto dell’attacco, fosse oscurata o rimossa. Solo che, non ci si spiega il perché, Facebook ha rifiutato la rimozione, adducendo come scusa che la pagina rispettava gli standard della comunità online – quando invece è capitato che altre pagine venissero chiuse senza apparente motivo. Non è dunque chiaro perché una pagina riempita di insulti, minacce e se vogliamo inneggiamento alla violenza ‘rispetti gli standard del social’. Pe fortuna, il Codacons non ha lasciato perdere.

La denuncia alla Procura
Dopo il rifiuto di chiudere la pagina da parte di Facebook, il Codacons si è rivolto alla Procura della Repubblica di Venezia. Nell’esposto presentato dall’associazione si legge: «Tale pagina inneggia pratiche violente e sessuali nei riguardi della ragazza, disabile, facendo leva sul suo stesso handicap, non rispetta affatto gli standard del sito dal momento che attraverso di essa vengono inevitabilmente veicolati i seguenti messaggi: incitamento all’odio, al razzismo, alla discriminazione per una disabilità, alla violenza, che costituiscono tutti elementi presenti nella policy di Facebook e dallo stesso vietati. Per tali ragioni non si comprende il mancato intervento immediato di rimozione da parte dei responsabili».

Alla fine…
Dopo l’esposto è allora intervenuta la Procura di Venezia e, finalmente, la pagina è stata chiusa. Ma la cosa – come è giusto che sia – non finisce qui, infatti soni scattate le indagini da parte della Polizia Postale, a cui il Codacons ha chiesto di «utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari per accertare e verificare se i fatti esposti possano integrare fattispecie di illecito civile, amministrativo e penale, nella forma tentata e consumata, nonché individuare tutti i soggetti da ritenersi responsabili e di conseguenza adottare i dovuti ed eventuali provvedimenti sanzionatori».

La reazione di Beatrice
La reazione di Bebe Vio all’accaduto è comprensibile. «Ho visto la pagina di Facebook che mi prendeva di mira (ora l’hanno cancellata) e devo dire che sono amareggiata e delusa – racconta la campionessa – Amareggiata perché da anni lotto per gli altri e per le cause in cui credo (il mondo della disabilità, lo sport paralimpico, le vaccinazioni per la meningite, le associazioni Onlus e tutto lo stupendo mondo del volontariato) e trovo sbagliato che mi trattino così. Delusa – prosegue Bebe – perché mi fanno anche un po’ tristezza quelle persone che usano Internet per insultare e denigrare gli altri, a prescindere dal motivo per il quale lo fanno».

Inutile commentare…
Per episodi del genere spesso non vale neanche la pena commentare, perché si commentano da soli. E, infatti, anche Bebe Vio è d’accordo. Non voglio «commentare queste persone – spiega – e vado avanti per la mia strada, ho tantissima gente che mi vuole bene e mi stima, che ogni giorno mi ringrazia per quello che faccio e mi sprona e mi aiuta a continuare. Posso solo aggiungere di essere fortunata di far parte del Comitato Italiano Paralimpico e delle Fiamme Oro, il Gruppo sportivo della Polizia, che si sono immediatamente stretti intorno a me e che si stanno impegnando a tutelarmi e a proteggermi. Da parte mia ho già denunciato gli autori di questa pagina perché bisogna dare una risposta decisa a questi comportamenti quando sono esageratamente violenti e offensivi».