18 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Un lutto per la cultura intera

Umberto Eco è morto, il gigante della cultura italiana aveva 84 anni

Il mondo perde uno dei suoi più importanti uomini di cultura contemporanei. Umberto Eco è morto ieri sera alle 22.30 nella sua casa, dopo una dura battaglia contro il cancro, di cui aveva preferito tacere pubblicamente

Umberto Eco è scomparso a 84 anni dopo una battaglia durissima contro il cancro
Umberto Eco è scomparso a 84 anni dopo una battaglia durissima contro il cancro Foto: Shutterstock

ROMA - Il mondo perde uno dei suoi più importanti uomini di cultura contemporanei. Umberto Eco è morto ieri sera alle 22.30 nella sua casa, dopo una dura battaglia contro il cancro, di cui aveva preferito tacere pubblicamente. Aveva 84 anni, è stato scrittore, filosofo, grande osservatore ed esperto di comunicazione e media. Piemontese di Alessandria, nato il 5 gennaio 1932, lascia la moglie Renate Ramge Eco, insegnante d'arte tedesca, e due figli.

Semiologo, filosofo e scrittore
Semiologo, filosofo e prolifico scrittore, nel 1988 aveva fondato il Dipartimento della Comunicazione dell'Università di San Marino, dal 2008 era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell'Università di Bologna e dal 12 novembre 2010  era socio dell'Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. Autore di numerosi saggi e romanzi, il suo più grande, e immenso, è stato «Il nome della Rosa», uscito nel 1980 e diventato in brevissimo tempo un bestseller internazionale con 14 milioni di copie vendute, traduzioni in oltre cento lingue e una trasposizione cinematografica che ha vinto 4 David di Donatello nel 1987.

«Anno Zero» sul cattivo giornalismo
Il suo ultimo libro pubblicato, nel 2015, proprio il giorno del suo compleanno, è stato «Anno Zero» , uscito per  Bompiani. Un libro ambientato nel 1992 che parla di una immaginaria redazione di un giornale, con forti riferimenti alla storia politica, giornalistica, giudiziaria e complottistica italiana, da Tangentopoli a Gladio, passando per la P2 e il terrorismo rosso. Aveva da poco anche fondato una nuova casa editrice, «La nave di Teseo», per dire no a quella che lui aveva chiamato la «Mondazzoli», la fusione tra Mondadori e Rizzoli. «Teseo è solo un pretesto, un nome come un altro» aveva detto. «L'importante è la nave, non Teseo», quasi un annuncio della sua vicina scomparsa.

Il libro postumo «Pape Satàn Aleppe»
Proprio per La nave di Teseo dovrebbe uscire a breve il suo ultimo libro, «Pape Satàn Aleppe», saggio che raccoglie «Le bustine di Minerva», la rubrica di Eco sull'Espresso, dal 2000 a oggi - l'ultima del 27 gennaio dedicata alla mostra sul bacio di Hayez indimenticabile - legate al tema della società liquida e dei suoi sintomi'. Eco ha modernizzato la cultura italiana, come ha scritto il Corriere in prima pagina. E noi per questo sentiamo il bisogno di dirgli un grande grazie.