19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Stati generali della Cultura

Napolitano: Dalle Istituzioni sottovalutazione clamorosa nei confronti della Cultura

Il Presidente della Repubblica: «Scelta di fondo trascurata per decenni. Non si tratta di fare i ragionieri, tagli devono essere selettivi. Serve innovazione e riqualificare le Istituzioni»

ROMA - «Esiste in Italia, e non da ieri ma da decenni, una sottovalutazione clamorosa delle istituzioni rappresentative della politica, del governo, dei governi locali e della società civile» nei confronti della cultura, della formazione, della ricerca. Lo ha denunciato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, intervenendo agli Stati generali della cultura.
Secondo il capo dello Stato parlare di «emergenza dimenticata non è l'espressione più adatta» piuttosto è stata «una scelta di fondo trascurata in un lungo arco di tempo», che «non è nata con questo governo, è una scelta che resta da fare perché non è stata fatta per decenni».

Non si tratta di fare i ragionieri, tagli devono essere selettivi - «Non eludo e non esito dall'avere uno spirito critico anche confronti del comportamento dell'attuale governo, pur conoscendo la sensibilità e l'impegno dei ministri e non perdendo di vista che a Monti dobbiamo il recupero della credibilità e del nostro ruolo nel mondo. Qui non si tratta di fare i ragionieri ma di ragionare politicamente, che sono due cose diverse». Lo ha detto Giorgio Napolitano intervenendo agli stati generali della Cultura e sottolineando che in vista dei nuovi tagli alla spesa pubblica «più o meno uniformi o come si dice lineari» occorrerà «far emergere una nuova scala di priorità» nella ripartizione delle risorse, perchè, ha aggiunto il Presidente della Repubblica, «non credo che questa scelta sua fatale e che ci si debba arrendere agli automatismi della spending review, che può rivolgersi a sprechi e distorsioni e usare processi innovativi». Occorre perciò «salvaguardare una quota consistente di risorse per la cultura, la ricerca e la tutela del patrimonio e del paesaggio».
Secondo il Capo dello Stato infatti «contenimento e riduzione della spesa pubblica non vuol dire che non ci possa essere una selezione. E' molto arduo ma scegliere è una responsabilità della politica, dire dei no e dire dei sì. E più sì alla cultura si devono dire».

Serve innovazione e riqualificare istituzioni - «In tutti i settori occorrono scelte non conservative nei confronti di strutture e realtà incrostate. Guai ad atteggiamenti difensivi dell'esistente, guai a difendere posizioni acquisite in termini di categoria e corporativi, c'è bisogno di innovazione». Lo ha detto il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano intervenendo agli stati generali della Cultura dove è riuscito a placare gli animi di una platea molto critica che aveva contestato duramente e interrotto ripetutamente i ministri Francesco Profumo, Fabrizio Barca e Lorenzo Ornaghi.
Il Capo dello Stato ha da un lato condiviso molte delle preoccupazioni dei partecipanti al convegno e dall'altro ha lanciato precisi avvertimenti e severi giudizi sia verso il governo che verso l'amministrazione e la società civile per come in questi anni è stato gestito il patrimonio artistico e le risorse destinate alla ricerca e alla scuola. «Oggi occorre un miglior uso delle risorse disponibili, non tutto è difendibile, valido, produttivo occorre coraggio nell'innovare» e non solo c'è anche un problema di «capacità progettuale, realizzatrice, gestionale. Abbiamo bisogno di una nuova qualificazione delle istituzioni pubbliche. Per esempio le Regioni. Non getto alcun anatema nei loro confronti - ha spiegato - ma l'esperienza dell'uso dei fondi europei al Sud, non voglio dire che è stata una vergogna, ma dobbiamo sentire tutto il peso per come sono stati utilizzati male».