19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Gtt

Dejavu sul bus 33: giorno diverso, stessi passeggero, orario e controllore. Ma cambia il finale

Ha incontrato il controllore che aveva minacciato prima di fuggire venerdì scorso sullo stesso pullman e alla stessa ora. Questa volta però in supporto del dipendente Gtt sono intervenuti i militari prima e la Polfer poi

TORINO - La collaborazione tra forze dell’ordine e polizia questa volta, più che in altre occasioni, ha funzionato alla perfezione. Un «portoghese» quasi professionista è stato trovato due volte nel giro di pochi giorni sprovvisto del biglietto sempre sullo stesso pullman e allo stesso orario, linea 33, corso Re Umberto, sempre poco prima di mezzogiorno. Altro particolare: in entrambe le occasioni era presente lo stesso controllore e anche grazie a lui è stato possibile denunciarlo.

MINACCE VERBALI E FUGA - La prima volta che il «portoghese», un ragazzo nigeriano, è stato trovato senza biglietto sul 33 risale a venerdì scorso, una settimana fa. In quell’occasione non ci fu alcuna aggressione, ma una fuga dal mezzo pubblico dopo svariate minacce ai dipendenti Gtt quasi per prendere tempo e arrivare in fermata. Martedì 18 settembre il secondo episodio: quasi un dejavu, stesse ore, pullman e controllore, con quest’ultimo che lo ha riconosciuto. Ancora una volta il giovane passeggero era senza titolo di viaggio. Questa volta però all’uscita del mezzo pubblico a Porta Nuova di fronte alle porte dell’autobus c’erano i militari contro cui il «portoghese» non ha potuto fare molto. In loro soccorso sono intervenuti anche gli agenti di polizia ferroviaria che lo hanno denunciato per resistenza a pubblico ufficiale e di fornire le proprie generalità.

IL SINDACATO - «Gli assistenti alla clientela hanno sempre fatto la loro parte e continueranno a farla, ora tocca all'azienda e alla proprietà», commenta Damiano De Padova, sindacalista Rsu Ugl, «il trasporto pubblico non può e non deve essere terra di nessuno dove comanda il più prepotente. Le migliaia di denunce ogni anno per borseggi e aggressioni sui mezzi pubblici anche tra passeggeri lo dimostrano. Se non sono sufficienti gli uomini delle forze dell'ordine,  che si crei una sorta di polizia tpl, come quella a disposizione del trasporto ferroviario».