28 marzo 2024
Aggiornato 20:30
Legge di stabilità

Fassino: «Ora possiamo tornare ad investire»

Lo afferma in una intervista al Sole 24 Ore il presidente dell'Anci e sindaco di Torino Piero Fassino: «Per la prima volta da nove anni alla presentazione della manovra i giornali non titolano su nuovi tagli agli enti locali. Vengano garantite ai Comuni le risorse per i servizi»

TORINO - «Per la prima volta da nove anni alla presentazione della manovra i giornali non titolano su nuovi tagli agli enti locali. Significa che la legge di Stabilità ha cambiato l'approccio, si muove in una logica espansiva per agganciare la ripresa e noi condividiamo questa impostazione». Lo afferma in una intervista al Sole 24 Ore il presidente dell'Anci Piero Fassino. «Ora la manovra - spiega Fassino -, oltre a rifinanziare e ripensare i fondi su contrasto alla povertà e non autosufficienza, garantisce ai Comuni le risorse per i servizi, con il rimborso del 100% del mancato gettito Imu/Tasi, e ci mette nelle condizioni di tornare a investire, cioè a dedicarci al fronte che è stato più colpito dalle politiche di spending: parlo di strade, edilizia scolastica, dissesto idrogeologico, temi che sono nella vita della gente e che ora possono essere affrontati».

Essenziale arrivare a regole chiare e stabili nel tempo
«Sappiamo perfettamente - prosegue Fassino - che esistono differenze, ed è probabile che lo sblocco mobiliti più risorse al Nord. Anche nel Mezzogiorno, però, ci sono molti enti che hanno fatto politiche virtuose e hanno avanzi da spendere». Per Fassino, «è essenziale arrivare a regole chiare e stabili nel tempo, perché gli investimenti viaggiano con una programmazione pluriennale». I tagli su Imu e Tasi? «E' inevitabile che nel momento in cui si fa uno sforzo per ridurre la pressione fiscale si crei un contesto coerente con questo sforzo, che peraltro sgombra il campo dai rischi di replicare polemiche vissute in passato tra i governi che tagliano e i sindaci costretti ad aumentare aliquote nel tentativo di far quadrare i conti. E' ovvio, però - conclude Fassino -, che si tratta di una situazione transitoria, perché noi non vogliamo vivere di finanza derivata».