Milan-Giampaolo: la ricostruzione di un fine settimana surreale
La vittoria di Genova ha tranquillizzato l'ambiente rossonero, ma il rapporto fra il tecnico e la società non sembra rinforzato e l'esonero ad un passo

MILANO - Per ora è salvo, ma trema. Potrebbe essere questo il titolo per definire la situazione di Marco Giampaolo che dopo tre sconfitte di fila (4 nelle prime 6 giornate di campionato) acciuffa assieme al suo Milan una vittoria che rende più sereno lui e l'ambiente rossonero, nonostante la partenza stagionale sia stata e resti tuttora altamente insoddisfacente. Un altro ko a Marassi avrebbe con ogni probabilità certificato la fine dell'avventura di Giampaolo a Milano, mentre questo successo, per quanto sofferto e a tratti rocambolesco, ne riabilita almeno momentaneamente la posizione, anche se la luce in fondo al tunnel appare ancora lontana e il club valuta pesantemente il da farsi con lo scenario del licenziamento che avanza clamorosamente dopo le prime ore di quiete.
Confusione
Il Milan contro il Genoa ha vinto ma non convinto, anzi, nel primo tempo la squadra è sembrata la stessa vista contro la Fiorentina, ovvero timida, impacciata, impaurita, assolutamente inconcludente in attacco con Piatek mai assistito, Calhanoglu irritante e Suso (come al solito) impalpabile. L'ingresso di Paquetà e soprattutto di Rafael Leao nella ripresa hanno raddrizzato la gara su cui poi ha messo la cera lacca Reina con il calcio di rigore parato al 90', regalando ai rossoneri la terza vittoria di questo campionato, la seconda in trasferta, con estrema fatica e soprattutto senza un barlume di gioco e di coralità, vale a dire le caratteristiche principali per cui la dirigenza ha assunto Giampaolo lo scorso luglio, oltre al fatto che il tecnico sbaglia di frequente la formazione per poi tornare nel secondo tempo sui propri passi.
Riflessioni
Il Milan (Zvonimir Boban in testa) non è soddisfatto del rendimento della squadra e del lavoro dell'allenatore abruzzese, perchè i rossoneri dalla prima partita giocata a Udine fino all'ultima di Genova non hanno mostrato progressi dal punto di vista del gioco e dell'organizzazione, anzi, la formazione milanista appare la stessa degli scorsi anni: giocate estemporanee dei singoli e reazioni di pancia alle difficoltà. Del gioco tutto brio, qualità e verticalizzazioni voluto da Giampaolo non c'è traccia e l'impressione è che la posizione del tecnico non sia totalmente tranquilla come sembrava nell'immediato dopo partita del Ferraris, anzi, i 15 giorni di pausa del campionato potrebbero indurre la società a cambiare, in barba al 2-1 ottenuto in rimonta sabato sera.
Conclusioni
Maldini ha lasciato lo stadio a metà partita, così come le facce di Boban e Massara in tribuna non erano esattamente l'espressione della felicità. Cambiare allenatore adesso sembrerebbe anacronistico, ma l'idea tocca ugualmente il Milan, nonostante pure le alternative a Giampaolo non convincano, a partire da Rudi Garcia e terminando con Gennaro Gattuso che Paolo Maldini non vorrebbe vedere neanche col binocolo. Per ora è salvo, dunque, ma trema e la situazione della panchina milanista è da tener d'occhio giorno dopo giorno, forse addirittura ora dopo ora e la sensazione è che la fiducia (qualora fosse mantenuta) resti a tempo, mentre dell'innamoramento estivo è ad oggi rimasto davvero pochissimo.
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