23 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Calcio

Milan-Higuain: l'assordante rumore del silenzio

La crisi del centravanti rossonero continua e coincide perfettamente con quella della squadra rossonera, senza che nessuno intervenga

Gonzalo Higuain, centravanti del Milan
Gonzalo Higuain, centravanti del Milan Foto: ANSA

MILANO - Appena 5 reti in campionato, l'ultima delle quali lo scorso 28 ottobre nel 3-2 rifilato dal Milan alla Sampdoria, vale a dire due mesi fa. In mezzo l'incredibile espulsione rimediata dopo il calcio di rigore fallito contro la Juventus, le due giornate di squalifica, il mal di schiena ed un nervosismo palpabile da tutti i pori. Più o meno questo il deprimente racconto degli ultimi 60 giorni di Gonzalo Higuain, giunto a Milano con i galloni di fuoriclasse in grado di rialzare il Milan dopo anni di buio quasi totale, miglior centravanti della serie A nelle ultime 5 stagioni, esperienza e personalità da vendere, insomma l'acquisto top che il popolo milanista attendeva da anni.

Lo scambio con Morata

E invece Higuain è stato inghiottito dal curioso vortice che coinvolge i numeri 9 rossoneri dal giorno dell'addio di Filippo Inzaghi. In più, ecco adesso le voci di un presunto scambio fra la punta argentina e Alvaro Morata, altro attaccante in difficoltà che al Chelsea sta trovando poco spazio; Sarri ha chiesto Higuain, al Milan piace da almeno due anni Morata, insomma l'affare piano piano sembra prendere corpo nonostante tutte le difficoltà del caso e l'opinione della Juventus (proprietaria ancora del cartellino di Higuain) non ancora chiesta. Un'operazione che per il Milan sarebbe un enorme rischio, perchè se l'argentino è inequivocabilmente in crisi, resta un bomber di razza da 25 gol stagionali, mentre Morata, certamente più giovane e talentuoso, è uno che segna assai meno.

Il silenzio della dirigenza milanista

In tutto ciò, poi, il frastuono che produce il silenzio della dirigenza milanista sulla possibile partenza di Higuain: nessuno che smentisca, nessuno che prenda le difese del calciatore, Gattuso costretto ad arrampicarsi sugli specchi in conferenza stampa, il goleador sudamericano sempre più immalinconito e sempre più solo, col pericolo che la sua nostalgia per il tecnico-papà Sarri aumenti e che la sua avventura milanese possa terminare in fretta, lasciando un rammarico enorme in quell'ambiente che lo ha accolto come un Dio e che vorrebbe avere almeno una stagione intera per giudicarlo e, se sarà il caso, di metterlo sul banco degli imputati. Dopo 5-6 mesi di stagione ed un quarto posto ancora da acquistare, mollare così il proprio centravanti appare una mossa da intenti suicidi; che qualcuno dalla società parli, che qualcuno spieghi, che si smetta di ipotizzare progetti di grandezza e si guardi una buona volta la realtà nuda e cruda.