Sputtanato Hamilton: c'è anche lui nello scandalo dei paradisi fiscali
Tra le carte dei Paradise papers, che in questi giorni stanno svelando gli affari offshore di tanti vip, spunta pure il nome del neo-campione del mondo: così non avrebbe pagato l'Iva sul suo jet privato
ROMA – Non ha fatto nemmeno in tempo a festeggiare il quarto campionato del mondo conquistato in carriera che già Lewis Hamilton deve pensare a difendersi da uno scandalo nel quale rischia di finire invischiato. È spuntato anche il suo nome, infatti, all'interno dei tredici milioni di documenti riservati ribattezzati Paradise papers, che riguardano gli affari nei paradisi fiscali di multinazionali, imprenditori, politici, monarchi e varie celebrità e che proprio in questi giorni vengono svelati dalla stampa di tutto il mondo.
La furbata
Hamilton, come altri illustri colleghi tra cui il cantante Bono, i colossi Apple e Nike e perfino la Regina Elisabetta, infatti, secondo quanto emerge dalle carte avrebbe utilizzato una società offshore per evitare di pagare l'Iva sul suo jet privato di lusso, un Bombardier Cl635 Challenger rosso fiammante, acquistato nel 2013 per 16,5 milioni di sterline, 22 milioni di euro. Tramite lo stratagemma di registrarlo all'Isola di Man, affermando di utilizzarlo soprattutto per lavoro, infatti, sarebbe riuscito a ricevere un maxi rimborso fiscale di 3,3 milioni di sterline attraverso un contratto di leasing. I legali del fenomeno anglo-caraibico della Mercedes precisano che questo schema è perfettamente legale, perché la formula della locazione, anziché dell'acquisto, permette di ottenere un vantaggio fiscale. E in effetti lo studio di consulenza Appleby, al centro dei Paradise papers, in nove anni lo ha replicato per ben 48 aerei privati, creando appositamente altrettante società. Resta il fatto che i contribuenti inglesi non hanno apprezzato, e che ha inferto un brutto colpo all'immagine pubblica dello sportivo: «Parliamo di decine di milioni che vengono effettivamente sottratti ai nostri servizi pubblici vitali da un'elite super-ricca che tiene in scacco sia il sistema fiscale che tutto il resto del popolo allo stesso tempo», ha commentato il politico laburista britannico Jeremy Corbyn. Non certo un comportamento da campione del mondo...
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