2 ottobre 2025
Aggiornato 19:00
MotoGP | Gran Premio della Malesia

Pazza Yamaha: stavolta Valentino Rossi va meglio con l'acqua

Nelle ultime gare il rendimento della M1 sul bagnato era stato preoccupante. Invece, a Sepang, il Dottore si è piazzato sesto con la pioggia, e solo dodicesimo sull'asciutto

Valentino Rossi con la Yamaha sulla pista bagnata di Sepang nel secondo turno di libere
Valentino Rossi con la Yamaha sulla pista bagnata di Sepang nel secondo turno di libere Foto: Michelin

SEPANG – L'esatto contrario del previsto. Alla vigilia del Gran Premio della Malesia, con i nuvoloni neri che incombevano sulla pista di Sepang, Valentino Rossi faceva la danza del sole, visto che le ultime prestazioni della sua Yamaha sul bagnato non lo rassicuravano per nulla sulla sua competitività con l'acqua. Invece, nella prima sessione di prove libere del mattino la pioggia non è arrivata, eppure il Dottore non è riuscito ad andare oltre la dodicesima posizione, che per il momento non gli garantirebbe l'accesso diretto alla fase finale delle qualifiche. Tutta colpa dei dieci minuti finali: «Siamo stati fortunati a riuscire a girare sull'asciutto, perché oggi le previsioni erano pessime – racconta Vale – Stamattina abbiamo avuto venti minuti di tempo per montare le gomme slick e spingere, e sia le mie sensazioni che la mia velocità non erano così male. Dobbiamo ancora crescere, ma sono andato piuttosto forte. Poi negli ultimi dieci minuti molti piloti hanno montato la morbida al posteriore e hanno migliorato molto i tempi».

Eppure galleggia
Nel secondo turno, invece, la tempesta è puntualmente arrivata, ma stavolta per il fenomeno di Tavullia la sorpresa è stata positiva: «Nel pomeriggio, è arrivata la pioggia ed è stata una sessione interessante perché abbiamo lavorato molto per cercare di risolvere i problemi che avevamo riscontrato in Giappone su questa moto. E le cose sono migliorate, tanto che mi sono riuscito a piazzare sesto. Ma il feeling non è fantastico, non mi sento a mio agio con la moto, non ho abbastanza aderenza al posteriore e non posso spingere al massimo. Perciò c'è ancora da lavorare: la situazione è migliorata un po' ma non siamo ancora forti come l'anno scorso con l'acqua». L'ennesima conferma di una stagione davvero imprevedibile, soprattutto per la sua M1 dall'andamento troppo altalenante.

Cresce, ma non abbastanza
Il lato positivo è che, rispetto ai disastrosi test invernali che aveva compiuto su questa pista, la situazione per il nove volte iridato sembra decisamente meno critica. Quello negativo è che le prospettive per il modello del 2018 non sono ancora definite: «La moto è cambiata molto, ma a me piace di più ora rispetto a quella dei test – prosegue il numero 46 – E la stessa cosa è successa a Phillip Island: prima avevo molto sottosterzo, mentre con la versione attuale riesco a guidare in modo più naturale. Penso che questa moto possa essere una base per il prossimo anno, ma non ne sono ancora sicuro: dobbiamo vedere il nostro potenziale in questo weekend e anche a Valencia e nei test dopo-gara. Ma sono comunque sicuro che in Yamaha stiano lavorando sodo e porteranno qualcosa di nuovo per il prossimo anno».

Coltello fra i denti
Per domenica, comunque, Rossi promette di nuovo battaglia: proprio come una settimana fa in Australia, dove è finito ai ferri corti con il connazionale e amico Andrea Iannone: «Abbiamo un buon rapporto, conosco il suo stile di guida. Ho fatto delle belle battaglie con lui: a Phillip Island nel 2015, a Valencia l'anno scorso, poi ancora a Phillip Island domenica scorsa... Quando ho parlato dopo la gara non mi riferivo solo a lui: ho lottato duramente anche con Zarco e Marquez. Ma Iannone mi ha attaccato al tornante nel momento esatto in cui ero dietro a Marquez, e lì ho perso la chance di lottare per la vittoria. È andata così. Ho usato uno stile molto simile a quello che adottavo nelle categorie inferiori, a quella pista. Oppure nel 2000 e nel 2001, quando ci fu grande battaglia in classe 500 con altre otto o nove moto: Haga, Barros, Biaggi, Capirossi...».