28 marzo 2024
Aggiornato 09:30
Anche Maverick Vinales ha finalmente confermato i miglioramenti

Il nuovo telaio convince Valentino Rossi. Ma se la Yamaha gli avesse dato retta prima...

Le modifiche allo chassis provate nei due giorni di test a Barcellona sembrano risolvere i problemi con cui era nata l'ultima versione della M1: il sottosterzo e la mancanza di trazione al posteriore. Il Dottore li aveva segnalati già a novembre, ma la casa lo ha ascoltato solo sette mesi dopo

ROMA – Promosso. Il nuovo telaio (anzi, erano ben due, con qualche leggera differenza tra di loro) che la Yamaha ha portato ai due giorni di prove dopo-gara a Barcellona ha convinto Valentino Rossi. E non è una grossa sorpresa, visto che era stato lo stesso Dottore a dettare la linea tecnica che gli ingegneri giapponesi hanno seguito, proprio dopo l'ultimo test di Jerez. La pista andalusa, come quella catalana, aveva infatti messo particolarmente alla corda i difetti caratteristici della M1 di quest'anno: il sottosterzo e la mancanza di trazione al posteriore. Proprio quelli che si è cercato di risolvere con il nuovo chassis: «Ho sempre fatto fatica con questa moto a curvare, ad entrare in curva – ha ribadito il fenomeno di Tavullia – Non mi sono mai trovato a mio agio al 100%. Ora abbiamo provato questo telaio, leggermente diverso. La Yamaha ha lavorato molto sotto questo punto di vista e ho trovato dei miglioramenti: mi piace, preferisco la moto così. È più facile da guidare e più adatta al mio stile di guida. Per me la moto gira un po' meglio e mi permette di entrare in curva più veloce, è più precisa e anche più divertente da guidare. Perciò direi che questa è la direzione da seguire. Restano alcuni altri problemi, come l'usura della gomma posteriore, che comunque in una pista come questa è particolarmente elevata, perciò dobbiamo continuare a cercare di migliorare. Speriamo di andare avanti così».

Troppo tardi
Alla fine, dunque, la casa di Iwata ha deciso di dare retta al più esperto tra i suoi due piloti. Ma con notevole, e colpevole, ritardo. Che qualcosa non andasse nell'ultima nata del marchio giapponese, infatti, il nove volte iridato lo aveva capito fin dalla prima volta in cui aveva poggiato il sedere sulla sella, ovvero nel novembre scorso a Valencia. Vale li aveva avvisati da subito, eppure i suoi superiori si sono accorti che aveva ragione solo sette mesi dopo, ovvero quando anche il suo compagno di squadra Maverick Vinales ha sbattuto la faccia contro le sue stesse, inevitabile difficoltà: «Maverick era veloce, è il pilota che ha più punti e il telaio gli continuava a piacere – non risparmia loro una stoccata Rossi – Perciò io devo parlare per me stesso. Io vengo da un'altra storia. Maverick non conosceva la Yamaha, veniva dalla Suzuki, e ha iniziato a guidare questa moto pensando che la Yamaha fosse così. Ma io, che conosco di più l'evoluzione della moto, mi sono reso conto che con la versione 2017 abbiamo perso qualcosa. Lui può comunque andare forte, ma domenica anche lui si è ritrovato nei guai».

Maverick concorda
Ora i due portacolori della Yamaha sembrano essere finalmente tornati sulla stessa lunghezza d'onda, visto che le ultime modifiche apportate al telaio trovano d'accordo anche il leader di campionato Vinales: «Sin da quando sono entrato in pista per la prima volta mi sono trovato molto meglio – conferma Top Gun – Mi ritrovo di nuovo a mio agio in moto, dopo un weekend che non mi ha dato buone sensazioni. Ho guidato molto bene, mi sentivo fiducioso di poter spingere di nuovo un po' di più al limite con la moto ed è stato bello girare di nuovo bene». Ma se il costruttore nipponico avesse ascoltato Valentino Rossi fin dall'inizio? Forse disastri come quello di Jerez, e di domenica scorsa a Barcellona, si sarebbero potuti evitare.