25 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Cessione Milan

Milan: c’è ancora Huarong accanto a Yonghong Li

Secondo Carlo Festa del Sole 24 Ore, accanto a Yonghong Li ci sarebbe ancora il colosso cinese Huarong che avrebbe garantito parte del finanziamento da 190 milioni di euro che dovranno essere versati entro giovedì nelle casse di Fininvest.

Un'immagine degli uffici Huarong
Un'immagine degli uffici Huarong Foto: ANSA

MILANO - Il countdown scorre rapido verso il tanto atteso giorno del closing, il momento in cui la Rossoneri Sport Investment Luxembourg (veicolo creato per effettuare l’operazione) di Yonghong Li acquisterà il 99,93% del pacchetto azionario dell’Ac Milan da Silvio Berlusconi.

C’è ancora più di qualche dubbio da chiarire, ma su una cosa ormai sono tutti d’accordo: niente e nessuno potrà impedire stavolta la definitiva conclusione delle operazioni.

Han Li già a Milano

Andiamo per ordine, partendo dalla cifra che al momento delle firme dovrà essere versata sui conti Unicredit di Fininvest, 270 milioni più 100 per le stese di gestione del club nell’anno in corso. Di questi, 180 sono messi a disposizione dal fondo americano Elliott mentre altri 190 sono di competenza dell’imprenditore Yonghong Li, ma mentre i soldi americani ci sono e si sa dove stanno, ancora non è ben chiaro dove siano attualmente quelli di Rossoneri Sports, se ancora a Hong Kong oppure già in Lussemburgo.

Di sicuro la presenza a Milano di Han Li (ieri già impegnato in una prima riunione con i vertici Fininvest in compagnia di Marco Fassone) sembra aver rassicurato tutti, compreso il presidente Berlusconi. Per domani invece è atteso l’arrivo del futuro proprietario del Milan, Yonghong Li.

C’è Huarong

E a proposito dei soldi che dovranno arrivare dalla Cina, secondo Carlo Festa del Sole 24 Ore «in parte sarebbero risorse dello stesso uomo d’affari e, in parte, ci sarebbe ancora il finanziamento di Huarong, attiva sempre tramite una sue sede offshore (probabilmente alle Isole Vergini Britanniche) in modo da superare possibili veti delle autorità governative cinesi all’espatrio di capitali».