Riecco Marco Melandri, più deciso e carico che mai: «Voglio vincere»
I primi due test del neo-ducatista in sella alla Panigale R lo hanno convinto del potenziale suo e della Rossa per la stagione 2017. E in testa ha un solo obiettivo: spazzar via il disastro Aprilia in MotoGP e chiudere la carriera con un altro titolo

ROMA – Marco Melandri ha le idee chiare: «Di sicuro voglio lottare per la vittoria. Non volevo tornare solo per fare numero. So che non sarà facile, ma ho grande fiducia nelle mie risorse. Penso di non aver mai avuto prima un pacchetto così competitivo, perciò mi sento davvero bene». Il neo-ducatista ha avuto a disposizione finora solamente due test in sella alla Panigale R, ma gli sono bastati per andar forte (quarto tempo assoluto nella seconda giornata a Jerez, a mezzo secondo dal suo più esperto compagno di squadra Chaz Davies) e per trovare un feeling soddisfacente con il suo nuovo mezzo: «La moto mi piace davvero, e in particolare si adatta molto bene al mio stile di guida, al mio carattere – ha spiegato al sito specializzato inglese Crash – Per me questo è molto importante, perché quando non ho una sensazione così buona mi è difficile ottenere delle belle prestazioni. Ma al momento mi sento a mio agio con la moto. Mi diverto e non faccio fatica, perciò questo mi fa pensare alla nuova stagione con un atteggiamento molto ottimistico. Il carattere del motore è ottimo, mi semplifica la vita. Mi piace la coppia ai bassi regimi: venendo dal quattro cilindri è difficile perché ci si aspettano molti giri, ma questo motore è come un diesel, perciò bisogna cambiare marcia molto rapidamente. E poi penso che la Ducati abbia l'elettronica più completa che io abbia mai trovato. È difficile metterla a punto, specialmente per me, che ho un ingegnere elettronico che ha debuttato al mio fianco con la Ducati ad Aragon, perciò deve imparare questo sistema. Ci vorrà un po' di tempo, ma penso che il potenziale sia altissimo».
Gran finale
La concorrenza non sta certo a guardare: contro di lui, Macio si trova uno squadrone Kawasaki reduce da due titoli consecutivi e addirittura in squadra un Davies reduce da sette vittorie nelle ultime otto gare del 2015. Ma dalle sue parole traspaiono tranquillità e fiducia. E la voglia di chiudere un cerchio rimasto aperto con le sue cinque vittorie in MotoGP, le diciannove nel Mondiale Superbike e il solo campionato vinto in classe 250: «Di sicuro, sul giro le Kawasaki sono molto più veloci di me. Ma sul passo gara penso che Chaz si sia dimostrato molto forte. Non so esprimermi su Johnny (Rea, campione del mondo, ndr) perché stava correndo per il campionato e non per vincere le gare, solo nell'ultimo weekend in Qatar è andato molto forte. Ma Chaz, almeno in frenata, è incredibile, penso il più forte che io abbia mai visto. Però anche loro hanno due braccia e due gambe, come me, perciò posso farcela anch'io. Nella mia carriera ho vinto tante gare ma un solo campionato, mentre ne ho persi almeno tre o quattro. Quindi ora ho l'opportunità di finire la mia carriera alla grande».
Ricominciare
Questo nuovo Melandri è quasi irriconoscibile rispetto a quello demotivato e abbattuto che l'anno scorso portò, controvoglia, al debutto la Aprilia in MotoGP: «Il 2015 fu un anno da dimenticare – ammette oggi – Un incubo, non la vita vera. Mi sento come se stessi ripartendo dall'ultima gara del 2014». Ma i diciotto mesi di inattività forzata che sono seguiti lo hanno aiutato a ritrovarsi: «Quando ti manca qualcosa che ti piace, questo ti aiuta a comprendere ancora meglio la tua passione. Noi piloti sappiamo che prima o poi arriverà la fine della nostra carriera, ma nel mio caso la decisione non era stata mia, bensì di altre persone. E io credevo ancora di poter ottenere buoni risultati. Perciò sicuramente ho delle motivazioni ancora più alte di prima. La cosa che mi è mancata di più sono le corse, l'adrenalina di cui ho bisogno. Non ho guardato tutte le gare in tv: ho cercato di vedere cosa mi potesse offrire la vita al di fuori delle moto. Ho iniziato a lavorare con mia sorella a un negozio online, che abbiamo aperto solo un mese fa. Ma per fortuna ora non ci devo più lavorare...».