23 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Calcio

I tre Roma-Milan indimenticabili per i milanisti

La sfida dell’Olimpico evoca numerosi ricordi ai tifosi rossoneri, alcuni dei quali rimangono indelebili nella storia del Diavolo

ROMA - C’è poco da fare: le grandi classiche della serie A hanno sempre un fascino particolare e Roma-Milan è certamente una di queste, non solo per la classifica attuale delle due squadre, appaiate al secondo posto dietro alla capolista Juventus), ma anche per la storia e la rivalità fra le due formazioni e fra le due tifoserie, nonché per l’eterno confronto fra le due città più importanti d’Italia. Dalla parte milanista, ci sono tre gare dell’Olimpico contro i giallorossi che sono e restano tuttora indelebili nella mente degli appassionati rossoneri e che per loro ripercorrere è sempre un piacere:

3 gennaio 1993, Roma-Milan 0-1

Il Milan di Fabio Capello, lanciato verso il secondo scudetto consecutivo ed imbattuto da quasi due anni in serie A, rientra dalle vacanze natalizie giocando in casa della Roma di Boskov, alle prese con una pessima annata. Le cose si mettono subito male per i rossoneri, costretti a giocare in dieci uomini dopo pochi minuti a causa dell’espulsione di Franco Baresi, reo, secondo l’arbitro Collina di fallo da ultimo uomo. L’Olimpico esulta, la Roma si getta all’assalto annusando la grande occasione di infrangere l’imbattibilità di quello che sarà ricordato negli anni come il Milan degli Invincibili, ma improvvisamente spuntano le treccine di Ruud Gullit che dopo una delle sue classiche azioni sulla fascia destra, fatte di potenza e resistenza fisica, si accentra e fulmina Cervone con una rasoiata imprendibile. Il forcing dei giallorossi non produrrà che qualche grattacapo a Sebastiano Rossi, il Milan vincerà in dieci una partita che diventerà uno dei simboli dello scudetto numero 13 della storia rossonera.

6 gennaio 2004, Roma-Milan 1-2

E’ la sfida scudetto della stagione 2003-2004: la Roma dell’ex Fabio Capello che ha dominato il girone d’andata, il Milan dell’altro ex di turno Carlo Ancelotti che rincorre quello scudetto assente a Milanello dal 1999. Vincere è vitale per i rossoneri, attardati dai giallorossi e con la partita contro il Siena da recuperare e rinviata per permettere al Milan di disputare (e perdere ai calci di rigore) la Coppa Intercontinentale contro il Boca Juniors. Lo stadio Olimpico ribolle di passione nonostante il freddo, ma il Milan annichilisce subito il pubblico romanista: Seedorf lancia Shevchenko, l’attaccante ucraino controlla in area e supera Pelizzoli con un pallonetto di esterno sinistro, 0-1. Alla fine del primo tempo la Roma pareggia con Cassano su azione nata da calcio di punizione, ma la sensazione è che il Milan sia più forte e nella ripresa lo dimostra siglando ancora con Shevchenko il definitivo 1-2 e legittimando il risultato con altre due palle gol fallite dal numero 7 milanista. A fine partita Capello dirà: «Il Milan ci è stato superiore in tutto». A fine campionato i rossoneri conquisteranno lo scudetto numero 17, festeggiato proprio nella gara di ritorno di San Siro contro i giallorossi, un’impresa nata forse proprio la sera di quel 6 gennaio allo stadio Olimpico.

7 maggio 2011, Roma-Milan 0-0

Terz’ultima giornata di campionato, al Milan di Massimiliano Allegri e Zlatan Ibrahimovic basta un punto per laurearsi campione d’Italia al termine di una stagione vissuta interamente al comando della classifica. Di fronte la Roma di Vincenzo Montella (attuale allenatore milanista) che vive un’annata complicata dopo lo scudetto sfiorato l’anno prima con Ranieri in panchina. Sugli spalti oltre diecimila sostenitori milanisti, vogliosi di festeggiare un titolo atteso da sette anni e che ormai sembra non poter più sfuggire alla truppa di Allegri. La gara va avanti senza grandi sussulti, a parte un’uscita decisiva di Christian Abbiati su Vucinic ed un clamoroso palo di Robinho; il triplice fischio dell’arbitro e l’esplosione dei tifosi rossoneri, ultima gioia dell’ultimo vero Milan berlusconiano.