16 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Resta il mistero sulle condizioni della leggenda della F1

Nessun «segnale incoraggiante» per Schumacher: Brawn fa retromarcia

Lo storico direttore tecnico del campione tedesco si è rimangiato le dichiarazioni delle scorse settimane in cui aveva lasciato aperta la speranza di un suo recupero fisico: «Ma restiamo speranzosi di rivedere il Michael che conoscevamo»

Michael Schumacher
Michael Schumacher Foto: Red Bull

ROMA – Sembra una maledizione, per Michael Schumacher e per tutti i suoi tifosi. Ogni volta in cui una delle scarne dichiarazioni pubbliche sulle sue condizioni fisiche sembra aprire la strada alla speranza, ne arriva un'altra a gettare acqua sul fuoco. L'ultimo di questi casi ha visto protagonista Ross Brawn, storico direttore tecnico della leggenda tedesca della Formula 1, prima in Benetton, poi in Ferrari e infine in Mercedes. In una recente intervista alla Bbc, l'ingegnere inglese aveva rivelato la presenza di «segnali incoraggianti» per la salute di Schumi. Oggi, ai microfoni del Guardian, Brawn ha però fatto retromarcia, rimangiandosi le sue parole e rispettando la strettissima privacy imposta dalla famiglia: «Continuo a visitarlo – ha raccontato – Andiamo a trovarlo, e speriamo e preghiamo che un giorno si riprenda. Hanno pubblicato una mia dichiarazione in cui sostenevo che stesse migliorando, ma non è quello che intendevo in realtà. La famiglia sta conducendo la sua convalescenza in privato e io devo rispettarlo. Perciò non voglio fare commenti sulle sue condizioni, a parte dire che siamo estremamente speranzosi di rivedere il Michael che conoscevamo, prima o poi nel futuro». Brawn ha raccontato anche il terribile momento in cui, tre anni fa, gli comunicarono la notizia che il suo pupillo era stato vittima del drammatico incidente sugli sci: «Stavo andando in Scozia a festeggiare il capodanno e mi ha chiamato la sua assistente personale – ha spiegato – Così abbiamo cancellato i nostri programmi e siamo andati a trovarlo. È stato terribilmente traumatico per la famiglia, e scioccante per noi. Michael aveva un carattere molto forte e durante tutta la sua carriera sportiva aveva sofferto solo una frattura alla gamba. È terribilmente ironico che questo gli sia accaduto nel periodo più tranquillo della sua vita».