20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Due fenomeni italiani a confronto

L'addio di Valentino Rossi preoccupa Giacomo Agostini

Cosa succederà alla MotoGP quando il Dottore appenderà il casco al chiodo? Secondo il quindici volte campione del mondo, nulla di buono: «Voglio vedere il motociclismo quel giorno in cui purtroppo deciderà di dire basta con le corse»

Valentino Rossi e i suoi tifosi
Valentino Rossi e i suoi tifosi Foto: Yamaha

ROMA – A rassicurare il mondo della MotoGP, questa settimana, è stato per primo il patron Carmelo Ezpeleta in persona: «Per me Valentino Rossi, il giorno in cui si ritirerà come pilota, continuerà qua. Se Valentino resterà qui, rimarrà la passione, perché la passione può essere verso di lui o verso il suo riflesso sui suoi piloti». La pensa diversamente da lui l'amico più stretto, Uccio Salucci, che prevede piuttosto un futuro a quattro ruote per il Dottore, ma comunque non troppo distante dai motori: «Non è ancora il momento di pensare al ritiro! E anche dopo, secondo me, continuerà a stare nel mondo dei motori, ma non farà il capo di un team. Magari come pilota di rally, o di Gt, non ce lo vedo a fare quello che hanno fatto Gresini o Cecchinello».

Un abbandono pesante
Eppure tra gli addetti ai lavori c'è anche chi è molto più preoccupato all'idea di vedere Valentino Rossi appendere il casco al chiodo, cosa che potrebbe avvenire già tra due anni, alla scadenza del suo ultimo contratto con la Yamaha. Ed è nientemeno che Giacomo Agostini, ovvero il pilota italiano più vincente di tutti i tempi: «L’80% dei tifosi che ha riempito Misano, per chi credete che fosse lì? Per Rossi – sostiene in un'intervista rilasciata al Guerin sportivo – Alcuni dicono che il motociclismo è stanco di lui? Ma non scherziamo, per favore. Voglio vedere il motociclismo quel giorno in cui purtroppo, prima o poi, Vale deciderà di dire basta con le corse. E siamo sicuri che i colossi che investono miliardi nel Motomondiale vogliano avere meno interessi, pubblico, partecipazione, cioè sponsor?». La prospettiva di un ritiro del campione di Tavullia, insomma, rischia di essere letteralmente disastrosa per la MotoGP: «Il giorno in cui Rossi deciderà di smettere dovremo prepararci ad un periodo in cui non sapremo come rimpiazzare una figura imponente come la sua – prosegue Ago – È successo quando smisi io e si ripeterà la stessa cosa in questo caso. Perché Valentino non lo sostituisci così facilmente e perché, diciamo la verità, in giro non si vede nessun pilota italiano che abbia qualcosa che ricordi il suo talento».

Tra i migliori di sempre
Anche secondo il quindici volte campione del mondo, insomma, il suo più giovane collega non è solo il fenomeno più grande della sua epoca, ma uno dei più grandi in assoluto nella storia delle due ruote, che non avrebbe sfigurato nemmeno nell'epoca d'oro degli anni '60-'70: «Ai miei tempi Rossi sarebbe stato un grande, in grado di lottare con i grandi dell’epoca – conclude Mino Agostini – Con me, Hailwood, Kenny Roberts, Barry Sheene, Phil Read. Diciamo la verità, ci saremmo divertiti, avrebbe aggiunto spettacolo. Ma non mi chieda chi avrebbe vinto perché le risponderei Agostini. Non avrei fatto quello che ho fatto se non avessi questa testa qua... Il mio podio ideale di sempre? i più titolati: io, Hailwood e Rossi».