27 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Il profilo del successore di Bernie Ecclestone

Chi è Chase Carey, il nuovo boss (coi baffi) della Formula 1

Finora si è fatto notare soprattutto per il suo look vistoso, che nasconde la cicatrice di un incidente d'auto di gioventù. Ma il presidente del Mondiale a quattro ruote è soprattutto un grande uomo di televisione. E di sport

Il nuovo presidente della Formula 1, Chase Carey
Il nuovo presidente della Formula 1, Chase Carey Foto: Liberty Media

ROMA«Ha una lunga storia di modernizzazione degli sport e delle televisioni. E mi è piaciuto il suo approccio. La prima cosa che mi ha detto è stata: 'All'inizio ti farò un sacco di domande'». Parola del team principal della Mercedes, Toto Wolff. Insomma, il nuovo presidente della Formula 1, Chase Carey, sembra aver fatto una buona prima impressione agli addetti ai lavori: «Per i primi cento giorni – ha spiegato alla Bbc – mi impegnerò soprattutto ad ascoltare e digerire. Da quella fase prenderà forma la mia visione sul futuro di questo sport». Ma chi è davvero questo 62enne statunitense dai baffi buffi e vistosi che la nuova proprietà (la Liberty Media del miliardario americano John Malone) ha voluto a capo del Mondiale a quattro ruote?

Uomo di televisione
È un notissimo professionista dell'industria dei mass media, laureatosi alla scuola di business di Harvard e cresciuto in seno al colosso Fox (che gestisce anche i canali di Sky Italia), per cui ha lavorato ininterottamente dal 1988, salendone tutti i gradini fino a diventare presidente: insomma, una sorta di braccio destro di Rupert Murdoch. Ma ha una profonda conoscenza anche del mondo dello sport, in particolare della sua componente mediatico-commerciale: fu lui, infatti, a convincere Fox Television, all'inizio degli anni '90, ad acquisire i diritti del football per la cifra record di 1,6 miliardi di dollari. Un'operazione che si rivelò un successo, trasformando il network in uno dei principali punti di riferimento per gli appassionati sportivi americani. E proprio le lunghe e difficili trattative con il mondo dello sport hanno dato a Carey la possibilità di sviluppare una dote che gli tornerà molto utile nella vasca degli squali della F1: quella di abile e coriaceo negoziatore. Nel 2010 sfidò l'ira dei suoi telespettatori non trasmettendo ben due partite della World Series a New York, per convincere le compagnie via cavo a scendere a patti con lui. Manco a dirlo, alla fine ottenne il suo risultato. Solo l'anno passato lasciò il gruppo Fox, a seguito di una grossa delusione: molti lo consideravano il successore designato di Murdoch, ma il magnate decise di cedere invece il ruolo di amministratore delegato al figlio James. Al termine del necessario periodo di transizione, dunque, dal luglio scorso Carey è diventato semplice consulente dell'azienda. Fino alla sua nomina a capo della Formula 1.

Programmi per il futuro
Non è ancora chiaro se e in che modo collaborerà con l'attuale patron del campionato, Bernie Ecclestone, anche se nella prima intervista concessa al sito della Formula 1 ha chiarito che non sarà lui il nuovo dittatore, «anche se forse qui sono abituati così». Al contrario, Carey preferisce un approccio democratico: «Non puoi fare sempre tutti contenti – ha chiarito – ma devi capire cosa vogliono tutti e cercare una strada». Più aperto verso le squadre, insomma, ma anche verso il pubblico, in particolare le giovani generazioni: «Ho grande stima di Bernie, ha ottenuto un grande successo. Ma penso comunque che ci sia la possibilità di portare la Formula 1 a un altro livello. Puntando sul digitale, per esempio, che rende il prodotto televisivo più appetibile. E con un approccio di marketing, che racconti le storie di queste star, di questi eroi e delle loro macchine incredibili». E, perché no, aperto anche verso la sua America: «Possiamo rafforzare geograficamente questo sport, c'è possibilità di crescita in ogni area. Un marchio come la F1 deve potersi recare in grandi città come Los Angeles, New York o Miami. C'è un pubblico enorme negli Usa che non è stato mai raggiunto finora». Chissà che cosa ha già in mente per il futuro questo uomo intelligente ed enigmatico, chissà cosa nasconde dietro quei baffi ricurvi. A parte, s'intende, una vistosa cicatrice che si procurò sbattendo contro il parabrezza in un brutto incidente stradale di cui fu vittima da universitario. Ecco il primo, vero segreto di Chase Carey.