È il momento della Honda
Dopo la vittoria di Dani Pedrosa in Giappone, il morale della casa giapponese è alle stelle. Anche questo weekend a Phillip Island, lui e il suo compagno di squadra Marc Marquez (nonostante l'infortunio) saranno un osso duro per la Yamaha
ROMA – Paradossalmente, proprio quando la Honda è ufficialmente uscita dalla volata per il titolo mondiale di MotoGP, è iniziato il suo periodo di forma strepitosa. L'esempio più recente lo abbiamo ammirato nel Gran Premio di domenica scorsa, in casa, in Giappone: Dani Pedrosa ha firmato la sua cinquantesima vittoria, la prima stagionale (confermando il suo record di almeno un successo all'anno nella classe regina) con una rara dimostrazione di precisione di guida, di sagacia tattica e di comprensione del proprio mezzo. Difficile che in una sola settimana lo scenario sia destinato a cambiare radicalmente. Anche questo weekend, nella prossima trasferta che li porterà in Australia, insomma, i due piloti della Yamaha che si contendono l'iride dovranno fare i conti con Dani e con il suo compagno di squadra Marc Marquez, nella veste a loro ormai familiare di aghi della bilancia.
Lanciatissimo Pedrosa
Proprio l'eterno secondo, il 30enne spagnolo, spera di mantenere il suo ritrovato stato di forma su una pista, quella di Phillip Island, dove in MotoGP non ha mai vinto (ci riuscì solo nel 2005 in classe 250): «A Motegi è arrivato un risultato grandioso, dopo un weekend difficile – sostiene il vincitore dell'ultima prova – Mi sento davvero ottimista e in un ottimo momento, in vista dell'appuntamento che ci attende in Australia. Phillip Island può esere un circuito impegnativo, per via delle condizioni meteo, perciò lavoreremo sodo per cercare di ottenere una buona prestazione in qualifica. È difficile prevedere come si snoderà la gara, e anzi dovremo prima capire come si comporterà lì la nostra moto quest'anno. In ogni caso, daremo del filo da torcere alla Yamaha. E spero di poter salire di nuovo sul podio».
Marquez convalescente
Reduce da una gara meno esaltante è invece il campione del mondo in carica Marquez, che però ha dalla sua il credibile alibi della frattura al metacarpo della mano sinistra riportato nella caduta durante un allenamento con la mountain bike, solo pochi giorni prima di Motegi, e con cui si è trovato a fare dolorosamente i conti durante l'ultimo GP. A complicargli ulteriormente la vita nella prossima gara c'è poi un palmares scarno almeno quanto quello di Pedrosa: anche Marc, infatti, ha al suo attivo una sola vittoria sul tracciato australiano, in classe 125 nel 2010, ma nessuna in MotoGP. «Il mio weekend in Giappone non è stato grandioso, ma sarebbe potuto andare molto peggio – analizza il pilota iberico – Grazie alla pista bagnata, non ho stressato troppo la mia mano infortunata, e questo è positivo. Ora andiamo in Australia e attendo con vera impazienza questo weekend perché Phillip Island è una delle mie piste preferite. Penso che per noi andrà meglio che a Motegi, perciò lavoreremo sodo fin dalle prime prove libere del venerdì per cercare di trovare l'assetto migliore. Ora cercherò di riposare la mano per qualche giorno perché questo circuito è molto fisico, con tanti cambi di direzione duri e veloci».
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