Hamilton, vittoria con sospetto: ha barato con le gomme?
Ha dominato anche a Monza. Poi i commissari lo hanno indagato. Ma alla fine è stato graziato. Rimane il giallo: la pressione degli pneumatici della sua Mercedes era davvero regolare?
MONZA – Per festeggiare appieno l’ennesima vittoria dell’anno, stavolta Lewis Hamilton ha dovuto aspettare più a lungo del solito. E non per quanto accaduto in pista, visto che anche nel Gran Premio d’Italia il campione del mondo in carica non ha avuto avversari: è scappato via da Sebastian Vettel, primo dei suoi inseguitori, fin dal via, e ha comandato la gara con autorevolezza fino alla bandiera a scacchi. Il rischio maggiore, in questa occasione, è giunto piuttosto dai commissari, che lo hanno messo sotto indagine già pochi minuti dopo il traguardo con il sospetto che avesse montato delle gomme Pirelli con una pressione inferiore a quella minima prevista dalle regole. Ci sono volute tre ore perché la direzione gara decidesse di graziarlo: «Al momento della misura della pressione, le gomme erano già state staccate dalle termocoperte, e quindi avevano una temperatura molto inferiore al normale – hanno spiegato i tecnici federali – Quando erano stati montati sulla monoposto, gli pneumatici erano a una pressione regolamentare».
Complotto?
Inevitabile, però, che un caso così spinoso, che per giunta coinvolge il team di riferimento del Mondiale e il gommista reduce dalla bufera delle esplosioni in Belgio, portasse con sé uno strascico di polemiche. Alcuni degli avversari hanno gridato al complotto, sostenendo che le frecce d’argento non avessero commesso un errore in buona fede, ma una deliberata irregolarità. Un’accusa che il team principal Toto Wolff ha respinto subito con forza al mittente: «Abbiamo seguito la procedura stabilita con la Pirelli, sia per quanto riguarda le termocoperte che la misura della pressione – sostiene il manager – Le pressioni erano superiori a quelle minime, perché la sicurezza per noi è importante. Poi le gomme si sono raffreddate e si è riscontrata questa piccola discrepanza. Ma noi misuriamo la pressione quando montiamo gli pneumatici sulla macchina, non certo dopo. È illogico sostenere che vogliamo trarre vantaggio in un modo assolutamente non scientifico e incontrollabile: il calo delle pressioni dopo il distacco della termocoperta non è misurabile, e se si verifica su una sola gomma, al contrario, può essere controproducente».
Più vicino al titolo
Dovunque stia la verità, resta incontestabile l’ennesimo monologo targato Hamilton e Mercedes: «Una gara fantastica – racconta l’iridato – La partenza è stata dura per tutti, ma Sebastian è stato molto corretto alla prima curva. Poi sono scappato via, ho amministrato le gomme e ho cercato di aumentare il vantaggio sulle monoposto alle mie spalle. In generale sono riuscito a controllare la situazione comodamente. Per me è stato un weekend perfetto, non ne ho mai vissuto uno uguale». Commissari a parte, l’unico brivido (per giunta piuttosto inspiegabile) è arrivato negli ultimi giri, quando gli ingegneri al muretto hanno urgentemente chiesto a Lewis di spingere al massimo: «Ho pensato che avevo già un bel vantaggio – ammette – ma sono comunque riuscito a fare ciò che mi chiedevano». E un altro successo è arrivato, puntualmente. Diverso dagli altri, e non solo per la rottura del motore del suo compagno-rivale Nico Rosberg a due giri dalla fine, che gli regala un vantaggio di ben 53 punti in classifica iridata («Ma io non mi arrendo», ribatte il tedesco). Pur essendo la tana del lupo, infatti, il leggendario tracciato di Monza resta speciale anche per l’anglo-caraibico: «Penso lo sia per tutti noi piloti – confessa – Quando si sale sul gradino più alto del podio, si prova un tremendo orgoglio, per essere entrato tra i grandi. E il mare di tifosi sotto di te… non ho mai visto nulla di simile». E pensare che c’è chi vuole cancellarla dal calendario.
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