26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Dalle stalle alle stelle

Valentino: «Così mi sono ripreso dalla disfatta Ducati»

Al campione di Tavullia ci sono voluti tre anni per recuperare dal fallimentare passaggio alla rossa. Eppure oggi, a 36 anni, è tornato a dominare il Mondiale. «È stata dura, ho pensato di non essere più così veloce», racconta

TAVULLIA – Comunque vada a finire, questa stagione 2015 di MotoGP è l'ennesimo capolavoro di Valentino Rossi. I detrattori, infatti, si aspettavano che non si sarebbe mai più ripreso dal fallimentare passaggio alla Ducati. Prima di salire sulla Desmosedici, la sua peggior stagione nella classe regina era stata il 2007, nella quale aveva comunque conquistato il settimo posto. Invece, in due anni con la rossa di Borgo Panigale, è riuscito a salire sul podio in sole tre occasioni: una vera disfatta. Eppure, mettendo da parte l'orgoglio, il campione di Tavullia si è deciso a rialzarsi ancora una volta, tornando alla Yamaha, la squadra con cui ha vinto ben quattro dei suoi nove titoli mondiali. Nel 2013, pur vincendo un Gran Premio, è stato per la prima volta surclassato dal suo compagno di squadra, Jorge Lorenzo, in classifica di campionato. L'anno successivo, ovvero lo scorso, è tornato tra i big. E nel 2015, passo dopo passo, ha migliorato ancora la M1 e le sue prestazioni, vincendo tre gare e salendo sul podio in tutte e nove le corse disputate finora. Ad oggi ha raccolto la bellezza di 179 punti, più di quanti ne aveva allo stesso punto del 2009, quando vinse il suo ultimo titolo iridato, e più di quanti ne ha mai avuti a metà stagione dal 2005 ad oggi.

Quanta strada...
Insomma, tre anni fa Valentino riusciva con fatica a conquistare un podio. Oggi, il pilota più vecchio sulla griglia di partenza della MotoGP è in testa alla classifica, al giro di boa dell'annata. Una rimonta entusiasmante, ma che ha richiesto fatica e soprattutto tempo, come lo stesso Rossi racconta guardandosi indietro: «Tornato alla Yamaha, fin dall'inizio mi sono sentito molto a mio agio a raggiungere un certo livello, diciamo intorno al 90% – spiega – Ma mi è servito tempo per recuperare quell'ultimo 10%, dopo due anni pieni di difficoltà e con una moto diversa. Quella è stata la parte più dura: arrivare al 100%». E, come nei suoi successi, anche nelle sue sconfitte la componente mentale ha giocato un ruolo fondamentale. Dopo due stagioni di risultati scadenti, lo stesso Dottore era arrivato a chiedersi se fosse ancora così forte: «Ogni pilota, quando non raggiunge i risultati che si aspetta, pensa subito di non essere più capace di guidare la moto al limite – ammette il 36enne – Nel mio caso, poi, ero già piuttosto vecchio. Perciò, ca...o, pensi che forse ora gli altri piloti sono più veloci di te e di non riuscire più a spingerti al massimo. Inoltre, con la Ducati avevo tanti problemi all'anteriore, perciò ogni volta in cui spingevo di più mi schiantavo. Era una situazione difficile». Ma dalla quale Vale è riuscito ad uscire, con la sua solita grinta da campione. E ad arrivare a lottare per il decimo titolo mondiale.