14 luglio 2025
Aggiornato 01:30
Viva le grid girls

Vettel difende le belle ragazze in griglia: «Non toccate le ombrelline»

Il ferrarista torna a protestare contro il recente esperimento del Gran Premio di Montecarlo: sostituire le modelle con dei colleghi maschi. «Personalmente preferisco che davanti alla mia auto prima della partenza ci sia una donna»

MARANELLO – Sebastian Vettel è un tradizionalista. Alle tradizioni della Formula 1 ci tiene particolarmente e le difende. Specialmente ad alcune, quelle con i tacchi alti e le gambe lunghe. «Ci sono tradizioni che dovrebbero andare avanti come quella delle grid girls». In una sua recente intervista a cuore aperto rilasciata alla rivista tedesca Sport Bild, il ferrarista è tornato su un argomento che ha fatto molto discutere negli ultimi mesi, quello delle cosiddette ombrelline. Le bellissime modelle che, sulla griglia di partenza, reggono il cartello con il nome del pilota davanti alle vetture sono finite sul banco degli imputati con l'accusa di sessismo. Tanto da convincere un intero campionato, il Mondiale endurance, a proibirle del tutto, e anche in Formula 1 un Gran Premio (quello più tradizionale di tutti, a Montecarlo) a tentare un esperimento senza precedenti: sostituirle con i maschi, i cosiddetti grid boys.

Meglio le donne
Un esperimento che Vettel ha scoperto all'ultimo momento, quando già la sua Ferrari era schierata sulla griglia di partenza del circuito cittadino del Principato, e che non ha preso bene, facendo sentire la sua protesta direttamente al patron del campionato Bernie Ecclestone. Oggi, il tedesco difende la sua posizione: «Personalmente preferisco che davanti alla mia auto prima della partenza ci sia una bella ragazza che non un uomo – ha commentato – E poi le ragazze si divertono, fanno volentieri il loro lavoro, nessuno le obbliga. Non la vedo come una cosa sessista». Ma il suo amore per le belle ragazze non è stato ovviamente l'unico argomento che il quattro volte campione del mondo ha toccato durante la sua intervista. Molto interessanti sono state anche le sue dichiarazioni sulla crisi della Formula 1: «Da tifoso la amo ancora – ha sostenuto – ma mi rendo conto che la gente a casa ha difficoltà a seguire una disciplina sempre più complicata, fatta di regole incomprensibili ai più. E poi trovo che bisogna avvicinare nuovamente la gente alle corse. Un metodo? Abbassare i prezzi dei biglietti. Un padre di famiglia non può permettersi di portare moglie e figli ai GP».

Cuore rosso
E poi, naturalmente, un capitolo speciale è stato quello dedicato al suo ultimo amore, quello per la Ferrari, la squadra a cui è approdato all'inizio dell'anno: «Nessuna scuderia vanta un rapporto coi propri tifosi così stretto come la Ferrari. Il mio compagno di squadra? Se non fossi un pilota, tiferei senza dubbio Kimi Raikkonen. È un campione, un fuoriclasse, anche se è poco appariscente e silenzioso».