29 marzo 2024
Aggiornato 11:00
Rossi a caccia del decimo Mondiale

Valentino, campione umile: «Temeva di non saper più vincere»

Il capo della squadra corse Yamaha Massimo Meregalli svela un inedito retroscena del ritorno del Dottore nel 2013: «Dopo i due anni difficili in Ducati metteva in dubbio se stesso. Mi disse: 'Spero di essere ancora capace a trionfare'»

TAVULLIA – La sfortunata esperienza in Ducati rischiò di costare addirittura la carriera a Valentino Rossi. È quanto rivela oggi, a due anni di distanza, il direttore del team Yamaha Massimo Meregalli. Che assunse questo delicato ruolo in seno alla casa dei diapason proprio nel 2011, quando il Dottore decise di passare a Borgo Panigale, nella speranza di avverare il sogno di un trionfo tutto italiano. Invece, i soli tre podi conquistati nelle due stagioni in rosso riuscirono letteralmente ad azzerare l'autostima del nove volte campione del mondo. Che, quando tornò in Yamaha all'inizio del 2013, era arrivato al punto di chiedersi se fosse ancora in grado di vincere un titolo mondiale.

Dubbi e decisioni
«Nonostante tutte le sue precedenti vittorie, metteva ancora in dubbio se stesso – racconta ai microfoni di Motorsport – Una delle prime cose che mi disse quando tornò in Yamaha fu: 'Spero di essere ancora capace di vincere'. Dopo due anni difficili, era naturale per lui nutrire dei dubbi. Nella prima stagione, è andata così così, perché si è trovato a guidare una moto che non era la sua. Ma, poco a poco, è riuscito a costruirsi addosso la sua moto. Poi ha cambiato il suo stile di guida, ha chiesto un nuovo capo ingegnere e tutte queste decisioni si stanno dimostrando giuste». Anche quella, tanto contestata e presa proprio a fine 2013, di divorziare da Jeremy Burgess, il suo storico capotecnico che lavorava con lui fin dal suo debutto nella classe regina, datato 2000. Ma secondo Meregalli sono proprio le prestazioni odierne del campione di Tavullia ad aver premiato il suo azzardo: quello di formare una nuova coppia con Silvano Galbusera dalla successiva stagione in poi. «Era in cerca di nuove motivazioni – spiega ancora il numero uno della squadra corse Yamaha – Alla sua età, sostiene, 'dipende tutto dal minimo dettaglio'. Prima, poteva ancora affidarsi al suo talento o all'insolenza della sua gioventù; ora, si trova a confrontarsi con una concorrenza incredibile e ogni dettaglio conta. Perciò mi disse: 'Avere qualcuno che mi spinga a migliorarmi è cruciale per me'. I risultati dimostrano che aveva ragione e questa decisione sta portando frutti per lui».

Quel ritiro rimandato
Ma quanto durerà ancora l'epopea di questo centauro immortale? Meregalli non è ancora pronto a scommettere sul fatto che Rossi rinnovi il suo contratto con la Yamaha oltre l'attuale scadenza, fissata alla fine del 2016. «Onestamente, non so dire quando si ritirerà – ammette – Ha sempre detto: 'Finché sarò competitivo, continuerò a correre'». E, quanto a competitività, quest'anno basta il comando della classifica mondiale a parlare per lui.