Orgoglio Nicchi: «L'Aia ha vinto Champions e Mondiale»
Il presidente dell'Aia Marcello Nicchi si è detto orgoglioso dei risultati ottenuti dalla classe arbitrale italiana, con i successi personali di Rizzoli, Faverani e Stefani. Ma invoca pugno duro sul razzismo: «Chi usa certi termini va sbattuto fuori».
SPORTILIA – Nel pianeta calcio italiano non tutto è fonte di polemiche, discussioni, fallimenti e preoccupazioni. Marcello Nicchi, presidente dell'Aia, Marcello Nicchi, in occasione del raduno arbitrale a Sportilia, ha tenuto a ricordare a tutti il successo dei suoi ragazzi. «L'Aia in due anni ha vinto la Champions League ed il Campionato del Mondo» scherza, ma neanche tanto ricordando le designazioni di Rizzoli, Faverani e Stefani. Per il numero uno degli arbitri si vede «la differenza fra l'organizzazione arbitrale e altre organizzazioni. Noi abbiamo sempre parlato poco, pensando solo ai fatti. Siamo sempre stati al di fuori da ogni tipo di polemica, siamo capaci di restare al nostro posto. Accettiamo le regole perchè poi dobbiamo imporle».
SUBITO FUORI CHI USA TERMINI RAZZISTI - Nessuna dichiarazione su Tavecchio ma una riflessione: «Se un arbitro in campo sente un calciatore che usa dei termini razzisti, il calciatore va semplicemente fuori, espulso. In campo non si può e non si deve accettare questo tipo di manifestazione». Nicchi ha anche annunciato che sono state introdotte «lezioni di psicologia, soffermandosi in particolar modo sul modo di porsi, gestione dello stress e comunicazione perché i climi arroventati non giovano a nessuno».
Affrontato anche il tema della violenza sugli arbitri. «Nel nostro ambiente si parla di qualsiasi cosa, ma non delle aggressioni subite dagli arbitri italiani. Nella scorsa stagione abbiamo contato 119 referti al Pronto Soccorso con prognosi. Bisogna intervenire anche in questo settore».