25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Invasione di campo

Polveriera Milan: Seedorf vince ma resta sull’orlo del burrone

Nemmeno la quarta vittoria consecutiva ha riportato il sereno a Milanello. Anzi, ogni giorno la posizione del tecnico olandese si fa più delicata. Contro di lui gli italiani dello spogliatoio e Galliani, con lui…solo i tifosi.

Appare difficile da credere, ma il Milan sull’orlo di una crisi di nervi degli ultimi giorni, da quando Clarence Seedorf è il nuovo allenatore, ha totalizzato ben 26 punti, bottino inferiore solo alle due regine del campionato Juventus e Roma, molto meglio di Napoli, Fiorentina e Inter che precedono i rossoneri in classifica.

Considerato il periodo di vacche magre della precedente gestione-Allegri, ci sarebbe da fare un encomio al tecnico olandese e confermarlo senza il minimo dubbio sulla panchina del Milan. Ed invece la posizione dell’ex fantasista del Botafogo è sempre più in pericolo, minata da una gestione dei rapporti all’interno dello spogliatoio, non particolarmente gradita.

Ma a chi, verrebbe da chiedere? Chi è che mal digerisce i metodi di un allenatore che comunque è riuscito nel difficile compito di risollevare il fisico ed il morale ad una truppa, quella rossonera, in pericolosissimo deficit di autostima e di fiducia?

A non andare d’accordo con Seedorf è innanzitutto una fetta piuttosto rilevante dello spogliatoio, il cosiddetto clan degli italiani, guidato da Abbiati, Pazzini, Bonera, De Sciglio, Abate (ormai quasi certo di aver perso il posto in Nazionale ai mondiali brasiliani per lo scarso utilizzo previsto per lui dal nuovo allenatore) e per concludere Montolivo, la pietra dello scandalo dello scorso weekend.

Ricapitoliamo per i più distratti. Alla vigilia di Milan-Catania si è sparsa la voce che Seedorf fosse intenzionato a lasciare in panchina il capitano rossonero, cosa poi non avvenuta – sempre secondo indiscrezioni – per un intervento della società che avrebbe imposto l’utilizzo di Montolivo tra gli 11 titolari. Voci mai confermate, ma nemmeno smentite, almeno finora, che gettano un’ombra inquietante sulla gestione attuale della comunicazione dell’AC Milan.

Il tecnico olandese, all’indomani degli spifferi venuti fuori, ha manifestato energicamente una certa dose di fastidio per la presunta presenza di una talpa a Milanello. Non è la prima volta infatti, da quando c’è stato il cambio di panchina, che sussurri sinistri filtrano all’esterno dello spogliatoio e la cosa sorprende perché una cosa del genere non era mai avvenuta prima d’ora. I muri del centro sportivo rossonero sono sempre stati impenetrabili ed ogni controversia interna veniva affrontata e risolta senza che fuori trapelasse nulla.

Oggi non è più così, il segno dei tempi che cambiano e soprattutto di una società che ha perso quella solidità che ha sempre potuto vantare con orgoglio.

Tornando all’allenatore, anche i rapporti con l’AD Galliani sembrano ormai compromessi, malgrado i tentativi di trovare una tregua fatta di pace ed armonia, almeno fino alla fine del campionato.

Adesso Seedorf potrebbe essere salvato solo da sé stesso e da una specie di miracolo calcistico: il raggiungimento del quinto posto con conseguente accesso diretto all’Europa League (il sesto non offrirebbe le stesse garanzie e soprattutto obbligherebbe il Milan al turno preliminare ed a cancellare di conseguenza la ricchissima tournèe estiva in America).

A quel punto diventerebbe difficile spiegare ai tifosi il licenziamento di un tecnico che, arrivato con una squadra vicina al baratro, è riuscito a condurla fino all’Europa grazie ad una rimonta sensazionale.

A proposito di tifosi, sono loro forse gli unici dalla parte di Clarence Seedorf, gli unici a non spiegarsi il perché di tanto ostracismo nei suoi confronti, gli unici a volerlo ancora sulla panchina rossonera, gli unici ad adorarlo incondizionatamente, non solo per i suoi trascorsi rossoneri con gli scarpini ai piedi, ma soprattutto per essere stato colui che ha liberato il popolo milanista dalla «tirannia» di Massimiliano Allegri.