31 luglio 2025
Aggiornato 19:00
Invasione di campo

Crisi Milan: Seedorf già al capolinea. Scelta tecnica o economica?

L’avventura del tecnico olandese sulla panchina rossonera sembra già arrivata ad uno snodo cruciale. Decisivi i prossimi due impegni contro Lazio e Fiorentina, ma due risultati positivi potrebbero non bastare

Fare marcia indietro, ammettere di aver sbagliato e cambiare strategia solitamente sono segnali importanti. Non nel caso dell’AC Milan però, dove una società già nell’occhio del ciclone per un’evidente crisi di risultati, provocata da una crisi economica ancor più grave, contestazioni ed insofferenze varie, avrebbe forse bisogno, in un momento del genere, di certezze alle quali aggrapparsi.

Invece a leggere le cronache rossonere ogni giorno se ne scopre una nuova, la pratica del «tutti contro tutti» è sempre più in voga, l’infida accusa a mezzo stampa è diventata di ordinaria quotidianità, ed in un contesto simile è poi comprensibile che la squadra in campo offra prestazioni disarmanti.

Prendiamo la panchina ad esempio. Adesso sembra che la situazione di Clarence Seedorf sia sempre più in bilico, non tanto per la fallimentare striscia di risultati conseguita nei due mesi di gestione rossonera, quanto per una serie di lamentele giunte all’orecchio del Presidente Berlusconi che avrebbero fatto vacillare le sue incrollabili certezze.

Il pupillo scelto personalmente dal Cavaliere non è che si stia distinguendo per qualità tecniche, tattiche ed umane e le sette sconfitte incassate in dodici partite lo testimoniano solo in parte.

La ventata di freschezza e di novità che si attendeva con trepidazione dalle parti di Milanello, portata dall’arrivo dell’olandese sulla panchina del Milan, si è tramutata in fretta in un venticello fastidioso, pungente, spigoloso, che ha dato vita ad una sorta di sommossa popolare guidata dai grandi vecchi della rosa, ma appoggiata da quasi tutta la squadra.

Tra i vari motivi di scontento da parte del gruppo nei confronti di Clarence Seedorf emergono ragioni di campo (errori banali come il riposo forzato di De Sciglio a Madrid, allenamenti infiniti, dilatati a dismisura da spiegazioni troppo lunghe e noiose, giocatori impiegati fuori ruolo) e problemi di gestione (disparità di trattamento tra calciatori, le sgradite riunioni con lo psicologo, inflessibilità su alcune decisioni non condivise) e già solo questo basterebbe a mettere la pulce nell’orecchio alla dirigenza rossonera e magari rivedere il proposito di affidare all’olandese i progetti di rilancio del Milan.

Ma purtroppo per Seedorf non si tratta solo dell’insofferenza di gran parte della squadra. Sia Barbara Berlusconi che Adriano Galliani hanno mal digerito infatti le dichiarazioni riportate dal leader della curva Sud Giancarlo Capelli, meglio noto come il Barone che, durante una trasmissione televisiva ha raccontato: «Seedorf ci ha detto che non gradisce tre quarti della squadra che ha trovato. Discorso fatto appena una settimana dopo essere arrivato a Milano».

Assodato che sarà necessario appurare la veridicità di tali affermazioni, resta il fatto che una presa di posizione così ferma da parte del neotecnico rossonero non può essere stata accolta con disinvoltura dai dirigenti milanisti, primo fra tutti Silvio Berlusconi che lo aveva voluto alla guida del Milan, anche contro il parere del fido braccio destro Galliani.

Se poi ci aggiungiamo che a Barbara ormai risulta particolarmente sgradita l’ingerenza della manager americana di Seedorf, Deborah Martin, un po’ troppo invadente - sul fronte marketing e comunicazione - per i gusti della figlia del capo e AD rossonera, ecco che il quadro è completo.

In qualsiasi caso, sembra inattuabile il piano di ricostruzione della squadra di Clarence Seedorf, perché la società non appare in grado di poter garantire al tecnico olandese uno staff ricco e costoso come quello richiesto dall’ex centrocampista del Botafogo (Stam, Crespo etc. etc.) oltre ad una campagna acquisti all’altezza delle aspettative.

Ed ecco che per la guida della squadra nella prossima stagione tornano a delinearsi i contorni di un'altra figura molto nota a Milanello, Pippo Inzaghi. L’avvento dell’ex centravanti rossonero sulla panchina del Milan, dopo l’esperienza con i Giovanissimi e la Primavera, sarebbe graditissimo soprattutto ad Adriano Galliani. Decisamente più defilate al momento le candidature dell’altro ex Donadoni, di Luciano Spalletti e dell’attuale CT della Nazionale Cesare Prandelli, ma la corsa è appena iniziata.

Si accettano scommesse…