28 agosto 2025
Aggiornato 06:00
Calcio

Ibrahimovic: «Guardiola è un codardo»

«È un codardo. Gliel'ho detto in faccia nello spogliatoio durante la semifinale di Champions persa contro l'Inter. Gli urlai 'Tu non hai le palle'. Mi aspettavo che mi rispondesse invece non disse nulla. Lui è uno senza spina dorsale che vive nel suo mondo asettico»

PARIGI - Zlatan Ibrahimovic, nel bene o nel male, è un giocatore nato per far discutere. Il tabloid inglese Daily Mail ha pubblicato un'anticipazione della nuova autobiografia dello svedese. Il principale bersaglio è sempre Pep Guardiola, allenatore di Ibra al Barça: «È un codardo. Gliel'ho detto in faccia nello spogliatoio durante la semifinale di Champions persa contro l'Inter - scrive Zlatan -. Gli urlai 'Tu non hai le palle'. Mi aspettavo che mi rispondesse invece non disse nulla. Lui è uno senza spina dorsale che vive nel suo mondo asettico. La verità è che lui mi ha sacrificato trasformandomi in un giocatore peggiore».

IL PARAGONE CON MOURINHO - Parole durissime, dunque, quelle dello svedese nei confronti dell'allenatore spagnolo. Ibrahimovic è invece sempre rimasto legato al grande rivale di Pep, José Mourinho: «Mi ha trasformato in un bambino pronto a morire per lui. Lavora il doppio degli altri, respira il calcio 24 ore al giorno - si legge -. José è l'esatto opposto di Guardiola. Se per il primo avrei fatto tutto invece per il secondo non avrei mosso un dito».

NON MI HA MAI DETTO BUONGIORNO - «Guardiola mi ha trasformato in un giocatore più semplice e quindi in un giocatore peggiore. E' stata una perdita per tutta la squadra. Non mi ha mai detto buongiorno né rivoltomi una singola parola. Ha sempre evitato il contatto visivo con me. Mi sono sempre chiesto se avessi sbagliato qualcosa. Ma non importa, non volevo essere amato da Guardiola, lui poteva anche odiarmi. Volevo solo capire. E a causa sua il Barcellona è stato costretto a svendermi l'estate dopo. Era pazzesco dopo 22 gol e 15 assist. Eppure avevo perso il 70% del mio valore. Di chi è la colpa? Di Guardiola».