19 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Blatter: «Il tempo dei razzisti è finito»

Calcio e razzismo, giro di vite della FIFA

Le prime infrazioni, o gli episodi meno gravi, saranno sanzionati con avvertimenti, multe o gare giocate a porte chiuse. Ma i club recidivi o i gravi incidenti potrebbero determinare penalizzazioni, esclusioni dalle competizioni o retrocessioni

PARIGI - Per gravi casi di razzismo le squadre rischieranno la retrocessione o di essere estromesse dalle competizioni, dopo i nuovi poteri votati dalla Fifa nel corso del comitato esecutivo alle Isole Mauritius.
Le prime infrazioni, o gli episodi meno gravi, saranno sanzionati con avvertimenti, multe o gare giocate a porte chiuse. Ma i club recidivi o i gravi incidenti potrebbero determinare penalizzazioni, esclusioni dalle competizioni o retrocessioni.

SEGNALE FORTE - Sepp Blatter, il presidente della Fifa, ha espresso la convinzione che queste misure «mandino un segnale forte ai razzisti che il loro tempo è finito».
La «risoluzione sulla lotta contro il razzismo e la discriminazione» è stata approvata con una maggioranza del 99 per cento dei voti dal comitato esecutivo. Blatter ha comunque ammesso che c'è ancora molto lavoro da fare. «Tutti, in questa sala, possiamo essere d'accordo che il razzismo vada fermato, ma deve essere fatto di più all'esterno, nei nostri rispettivi Paesi», ha detto il capo del calcio mondiale.
«Abbiamo bisogno della tolleranza zero e delle punizioni, ovunque. Dobbiamo fissare un esempio duro e senza compromessi», ha aggiunto Blatter, «Il calcio può dare l'esempio. Possiamo fare la differenza. Con la nostra nuova task force, guidata da Jeffrey Webb, e la forte risoluzione che vi è stata sottoposta questa settimana, possiamo mandare un segnale forte ai razzisti che il loro tempo è finito. Ma ci serve l'aiuto di tutti, da soli non possiamo vincere questa battaglia».

LA TASK FORCE - La Fifa ha commissionato la sua task force, per affrontare l'emergenza razzismo, dopo lo spiacevole episodio di Busto Arsizio, quando i tifosi della Pro Patria durante un'amichevole con il Milan rivolsero ululati razzisti a Kevin-Prince Boateng. Il giocatore ghanese rispose scagliando il pallone verso il settore dello stadio dove erano sistemati i tifosi in questione e lasciò il campo, imitato dagli altri rossoneri.
Nelle nuove norme introdotte dalla FIFA, ci sarà un delegato ad hoc nello stadio per identificare potenziali atti di razzismo e allentare la pressione sugli arbitri.