19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Basket | NBA

Joakim Noah: La marijuana? Diciamo che ho smesso

Il figlio del grande tennista Yannick gioca nei Chicago Bulls dopo aver vinto due titoli Ncaa: «Sono al top della mia carriera e ho la responsabilità di una fondazione, quindi obbligato all'esempio»

MILANO- È un personaggio molto particolare Joakim Noah, figlio del grande tennista Yannick e di Cecilia Rhode, ex Miss Svezia 1978. Joakim è una stella del basket Nba (e della nazionale francese), gioca nei Chicago Bulls dopo aver vinto due titoli Ncaa con l'Università di Florida. Non ha peli sulla lingua, non si fa mettere i piedi in testa da nessuno e non si è trattenuto nemmeno nell'intervista rilasciata al mensile Max. «La marijuana? Un giorno dirò la mia, per ora è più intelligente dire che ho smesso. Sono al top della mia carriera e ho la responsabilità di una fondazione, quindi obbligato all'esempio», dice Noah a proposito della marijuana, per il possesso della quale fu arrestato nel 2008.

Suo padre Yannick è stato un grande tennista, ma anche il nonno e il bisnonno sono stati ottimi sportivi: «Sono cresciuto in un ambiente stimolante e creativo. Mio nonno giocava a calcio e ha vinto la coppa di Francia col Sedan. Il mio bisnonno giocava a basket in Camerun, una specie di pioniere. Idem mia nonna. Ho sangue africano, francese, svedese e sono nato a New York. Sono un vichingo africano». Joakim nacque dall'amore fra il campione del tennis francese e Miss Svezia 1978, Cecilia Catharina Björnsdotter Rodhe.

Joakim è molto attratto dalle sue origini africane, e anche dalla musica reggae: «In Camerun vado una volta l'anno, laggiù i night club sono incredibili. L'alcol scorre a fiumi, le donne sexy, la musica pazzesca. Ascolto reggae giamaicano perché è musica di protesta, fatta da gente povera. Mi aiuta a stare ben ancorato a terra, a tenere tutto nella giusta prospettiva». L'asso dei Bulls chiude parlando dell'Italia: «Se arrivasse una proposta per venire a giocare in Italia firmerei subito, a qualsiasi cifra, la vostra cultura mi intriga molto».