29 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Contratto calciatori

Sciopero, Abete: «La Lega non ha rispettato gli impegni»

Il Presidente della FIGC: sciopero «assolutamente incredibile»

MILANO - «La Lega non ha rispettato gli impegni presi». È netta la presa di posizione del presidente della Figc, Giancarlo Abete, sullo sciopero dei calciatori. «Zamparini ha ragione quando dice che bisogna tornare a giocare - dice ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport su Radiouno -. Questo sciopero è assolutamente incredibile. Una delle due problematiche su cui si basa non ha alcuno spessore: l'interpretazione dell'articolo 7 è presente da 25 anni e ha provocato solo pochi contenziosi per mobbing. Tutti i giocatori hanno diritto di essere allenati in modo che venga salvaguardata la loro professionalità. Essendosi allargate le rose nel corso degli anni, è chiaro che ci sono equilibri che variano da società a società, ma questo irrigidimento sull'articolo 7 è eccessivo: l'accordo in materia era stato raggiunto il 7 dicembre, è sufficiente leggere la rassegna stampa del giorno dopo. Poi la Lega ha cambiato idea: è legittimo farlo, ma è anche giusto dire che non ha rispettato gli impegni presi».

Pur ribadendo la necessità di arrivare ad una mediazione, Abete ribadisce alcuni punti fermi: «Ci sono delle verità. È incontrovertibile dire che una delle due parti non ha rispettato l'accordo. Poi si è creato un problema kafkiano relativo al contributo di solidarietà. Si è creata una sorta di caccia all'untore: in un paese che vive un momento di grande difficoltà, chi ha uno stipendio alto viene messo all'indice e chi ha di più viene visto come un privilegiato. Sarà la legge, qualora la tassa permanesse, a stabilire chi la pagherà. L'asse dell'opinione pubblica è stata spostata sul tema economico, ma questo sciopero non ha ragioni economiche».

Poi l'attacco, duro nei toni, all'atteggiamento di alcuni presidenti di società: «Purtroppo siamo molto provinciali. Il calcio italiano è all'interno del circuito internazionale di Uefa e Fifa: pensare che le idee del singolo possano modificare il sistema mondiale significa essere fuori dal mondo e avere una mentalità provinciale. Il singolo imprenditore, presidente di una società di calcio, se non riesce a trovare all'interno della Lega la quadra sulla norma sugli accordi televisivi, come può pensare di cambiare le regole mondiali? È un problema metodologico, la governance non funziona. Sono necessariamente ottimista: la seconda giornata di campionato si deve giocare. E pazienza se l'Italia giocherà due partite di qualificazione agli Europei senza nessuna partita di campionato alle spalle. Dovremmo stare più attenti alla qualità del nostro calcio: se ci concentrassimo sugli aspetti tecnici per rimanere competitivi in campo internazionale, sarebbe meglio».