29 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Manovra & Calcio

Galliani: «Contributo solidarietà? Lo paghino i calciatori». Calderoli: «Casta di viziati»

L'amministratore delegato del Milan: «Ipotesi sciopero? In campo andrà la primavera». AIC: «Noi viziati? Stupidaggini»

ROMA - Non saranno le società di calcio a pagare il contributo di solidarietà richiesto dalla manovra economica. Ad escludere questa possibilità è stato l'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani. In un'intervista al quotidiano La Stampa, il dirigente della squadra dal premier Berlusconi, ha chiarito: «I calciatori possono fare ciò che vogliono ma di sicuro quei soldi non verranno sborsati dalle società. Su questo tema sono intransigente. Possono scioperare anche per tutta la vita, vorrà dire che manderemo in campo la Primavera». Parole chiare dirette ai tanti calciatori non proprio entusiasti di dover sborsare una minima parte dei loro stipendi faraonici.
«Qualunque cosa ci sia scritto nella manovra del governo sul contributo di solidarietà - ha chiarito Galliani - anticipo che per noi graverà al 100% sui calciatori e penso che sia un pensiero condiviso da tutti i club di serie A». Questo a dispetto della posizione dell«Associazione Calciatori, per cui ognuno discuterà la propria situazione singolarmente in base al tipo di contratto: «No, non ci siamo capiti - ha spiegato Galliani - Io non faccio distinzioni. Questa è una tassa straordinaria e non ha niente a che vedere con il netto o il lordo. Il problema non esiste. Perché un lavoratore che guadagna 3500 euro al mese con a carico moglie e figli deve tirar fuori di tasca sua il contributo di solidarietà e un calciatore che ne guadagna 20 mila, no? Il mondo è cambiato. I calciatori non possono pensare di starsene in una torre d'avorio mentre il mondo crolla. La mia intenzione è non sborsare un euro - ha concluso -. Se qualcuno non è d'accordo può sempre farmi causa».

Calderoli: «Casta di viziati» - «Se dovessero continuare a minacciare lo sciopero o ritorsioni, proporrò che come ai politici anche ai calciatori venga raddoppiata l'aliquota del contributo di solidarietà». Così il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, interviene sull'ipotesi di sciopero dei calciatori, i quali tra l'altro non appaiono propensi a a pagare l'eventuale contributo di solidarietà previsto dalla manovra aggiuntiva, chiedendo alle società di farlo. «I calciatori fanno i capricci - prosegue -: non so se sia giusto o meno il contributo di solidarietà, ma se c'è qualcuno dovrebbe pagarlo sono proprio i calciatori che rappresentano la casta dei viziati». L'esponente leghista l'anno scorso propose una riduzione degli stipendi dei giocatori con l'introduzione di un salary cap e la rinuncia ai premi in caso di vittoria del Mondiale. Le dichiarazioni di Calderoli determinarono una dura reazione da parte del portiere azzurro Gigi Buffon e di altri azzurri.

AIC: «Noi viziati? Stupidaggini» - L'affondo del ministro Calderoli, che propone di fare pagare ai giocatori un'aliquota doppia di contributo di solidarietà, trova subito una replica da parte del vicepresidente dell'Associazione calciatori (Aic), Leo Grosso:
«I calciatori una casta di viziati? Con tutto il rispetto per il ministro, sono stupidaggini». Parlando a Sky Sport, Grosso sottolinea che «è facile speculare sui giocatori e i loro stipendi, ma bisogna ricordare che per alcuni che guadagnano molto, tanti hanno introiti modesti e spesso non certi». Sulla questione di chi dovrà pagare il contributo di solidarietà, secondo il rappresentante dei giocatori non si sono dubbi. «Intanto dico che i calciatori sono lavoratori subordinati e devono rispettare le stesse regole. Se nel contratto c'è scritto che i compensi sono calcolati al netto, il contributo va pagato dalla società. Se invece sono calcolati al lordo, spetta al giocatore».

UdC: «Diseducativo se i calciatori saranno esentati dal contributo» - «Se i calciatori dovessero davvero essere esentati dalla società dal pagamento del 'contributo di solidarietà' ci troveremmo di fronte ad un fatto diseducativo, anti italiano ed anche immorale oltre che dalla dubbia legittimità». Questa la posizione del parlamentare dell'Udc, Maurizio Ronconi, intervenuto sulle polemiche circa chi dovrà pagare il contributo di solidarietà fra i calciatori e le società.
«Non è possibile immaginare migliaia di dipendenti pubblici e privati, spesso anche con famiglia a carico, obbligati a pagare la tassa di solidarietà mentre milionari come i calciatori, esentati per la consuetudine del pagamento netto da parte delle società, cosa già di per sé inaccettabile» ha spiegato Ronconi, per cui «Tutti i lavoratori italiani debbono essere trattati allo stesso modo e se i calciatori dovessero essere davvero esentati si aprirebbe un grave contenzioso fiscale ed anche la possibilità questa volta di uno «sciopero dei tifosi».