Tevez: Senza il pallone sarei morto o in carcere
Intervista-confessione dell'attaccante del Manchester ad una rivista argentina
MANCHESTER - «Senza il calcio sarei morto o in carcere». Carlos Tevez si confessa in un'intervista alla rivista argentina La Garganta Poderosa ed esprime gratitudine verso il mondo del calcio, grazie al quale ha trovato la 'salvezza'.
«Se non fosse stato per il pallone, avrei fatto la fine di tanti ragazzi del mio quartiere», dice l'attaccante del Manchester City, nato e cresciuto a Buenos Aires nel barrio Ejercito de los Andes, meglio noto come Forte Apache. L'argentino, infatti, annovera tra i suoi soprannomi proprio L'Apache. «Penso che nessuno nasca per diventare ladro. Tutta questa disuguaglianza, però, spinge i ragazzi ad andare a rubare. Pochi riescono ad avere successo come calciatori, ed io sono stato toccato dalla bacchetta magica».
Ora Carlitos Tevez è un idolo in Argentina e guadagna milioni di euro nel suo club, il Manchester City (dal quale vorrebbe andarsene). Per i suoi connazionali, però, rimane sempre «il giocatore del popolo». «I media fanno informazione, ma non sanno cosa succede nei nostri quartieri - continua l'attaccante - Non riuscirebbero a vivere due anni nel modo in cui viviamo noi. Bisognerebbe concentrarsi sull'istruzione, affinchè i ragazzi abbiano l'opportunità di scegliere un'altra strada che non sia la droga. Non c'è sempre il calcio a salvare l'Argentina».