Cavasin «Se vado via io è peggio»
«Il pensiero di essere mandato via non mi ha sfiorato». De Canio: «Bravi e fortunati, mentalità giusta»
GENOVA - «Il pensiero di essere mandato via non mi ha sfiorato: ma se devo dire la mia, sarebbe il peggio del peggio». Queste le parole del tecnico della Sampdoria Alberto Cavasin, rilasciate a caldo ai microfoni di Sky, subito dopo la cocente sconfitta casalinga contro il Lecce che fa sprofondare i blucerchiati: ora Palombo e compagni hanno un solo punto di vantaggio sul Cesena terzultimo in classifica. «Sono arrivato qui e ho risolto un sacco di problemi. La condizione fisica, il gruppo, alcuni giocatori malati - aggiunge Cavasin -. Si risolvono i guasti, poi però lo so anch'io che contano i risultati. L'assenza di Garrone in tribuna? Si trattava di motivi personali: il presidente mi aveva chiamato e aveva parlato anche con la squadra».
RUOLINO DI MARCIA NEGATIVO - Cavasin, subentrato a Di Carlo alla 29esima giornata, ha un ruolino di marcia decisamente negativo sulla panchina blucerchiata: in quattro partite ha raccolto solo un punto (lo 0-0 di Verona contro il Chievo) rimediando tre sconfitte contro Catania, Parma e, appunto, Lecce. La posizione del tecnico, dopo l'1-2 contro i salentini, è sotto esame e non si escludono sviluppi clamorosi nelle prossime ore.
DE CANIO: MENTALITÀ GIUSTA - Luigi De Canio, allenatore del Lecce, esprime tutta la sua gioia ai microfoni di Sky Sport dopo il successo contro la Sampdoria. «Questa è la nostra dimensione - spiega il tecnico dei giallorossi -. Oggi c'è stata quella mentalità che ci porta a giocare le partite con la convinzione di cercare sempre il massimo risultato. Siamo stati bravi e più fortunati di altre volte. Credo che abbiamo messo in cantiere tre punti importanti oltre che meritati. Sapevamo che una squadra che da quattro domeniche perde in casa ed ha visto dilapidato il proprio patrimonio di punti non gioca in maniera serena. Ci hanno messo tanto cinismo, ma mancava la lucidità, cosa in cui invece i nostri ragazzi sono stati molto molto bravi. Il modulo 3-4-1-2? Ho detto spesso che non credo nei moduli, ma negli uomini che scendono in campo e determinano i risultati. Ho abituato i ragazzi a giocare in allenamento in tutti i modi, ma sempre con la stessa mentalità, e di questo sono molto soddisfatto».
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