11 dicembre 2024
Aggiornato 13:30
Calcio

Cassano: se sbaglio anche al Milan chiudetemi in manicomio

Il neo rossonero: «Qui sono in condizioni ideali per non sbagliare più. Capello ha tentato l'impossibile per aiutarmi e questo è per me un rimpianto»

MILANO - «Se sbaglio anche al Milan, chiudetemi in manicomio». Consapevole che per la sua avventura in rossonero, il club gli ha messo a disposizione «tutto il possibile per fare bene», l'attaccante barese, che nelle prime due partite con la nuova squadra ha già sfornato 3 assist (nell'1-0 a Cagliari e nel 4-4 con l'Udinese a San Siro domenica scorsa), ammette che questa sarà la sua «ultima tappa» in carriera. «Spero di poter giocare il più a lungo possibile, ma credo che questa sarà la mia ultima squadra», ha detto oggi Cassano nella conferenza stampa di presentazione a Milanello. «Il Milan è il top, oltre c'é solo il cielo. E' la mia ultima chance, dopo tutti i guai che ho combinato, non tradirò la gente che ha creduto in me. Sto anche diventando padre, la responsabilità più grande. Qui ci sono tutte le condizioni per non sbagliare più, e se sbaglierò ancora sarò io a ringraziare e andarmene».

Le persone da ringraziare, oltre al suo manager Beppe Bozzo, sono due: «Il presidente Silvio Berlusconi e il vicepresidente Adriano Galliani. Il primo - ha detto Cassano - ha dato l'ok per l'operazione, il secondo, in un mio momento di grandissima difficoltà, mi è stato vicinissimo, mi ha tirato fuori dai guai. Li ringrazio di cuore, così come ringrazio la gente che domenica a San Siro mi ha acclamato. Da fuori, sentivo sempre parlare della famiglia Milan e io pensavo alle solite cose che si dicono. Invece mi sto rendendo che è tutto vero: dal magazziniere al presidente, qui trovi umiltà e disponibilità».

E i treni perduti in passato non sono un problema. «Rifarei tutto quello che ho fatto, escluso Fabio Capello», ha detto Cassano. «Lui con me ha tentato l'impossibile per aiutarmi e questo è per me un rimpianto». Dal Real Madrid al Milan, passando per la Sampdoria. «Quando arrivai a Madrid sembravo un bandito (riferendosi all'abbigliamento, ndr.), oggi sono 'ripulito' (veste l'elegante divisa nera del Milan con cravatta rossa di una nota marca italiana, ndr.). Ringrazio ancora tutto l'ambiente della Sampdoria: a quella gente avevo chiesto affetto e mi hanno amato tantissimo. Poi c'é stato un problema, ma ora sono tornato felice». Certo è che dal litigio con il presidente Riccardo Garrone e il conseguente arbitrato in Lega, a guadagnarci sembra essere stato solo Cassano. «Un giorno racconterò tutto, ma non oggi», si è limitato a dire il barese.