Abete: la Figc ha contribuito a evitare lo sciopero
Il Presidente della Federcalcio: «Ci sarebbe stato un impatto molto negativo. Cassano? Spero solo torni presto»
ROMA - Se i calciatori di Serie A avessero scioperato nel weekend appena passato, «sarebbe stato un grosso trauma, ci sarebbe stato un impatto molto negativo che avrebbe danneggiato tutto il mondo del calcio», ed è per questo motivo che il presidente Giancarlo Abete si dice «contento per il contributo offerto dalla Figc» nella risoluzione della vicenda che vedeva opposti AIC e Lega calcio per il rinnovo del contratto collettivo. «Siamo nella fase del perfezionamento», ha quindi detto Abete questa mattina a Sky, ricordando che la scorsa settimana, dopo l'ultimo e decisivo incontro fra le parti a Roma, si è trovato l'accordo per arrivare alla firma. «Ora dobbiamo però tornare a confrontarci sui grandi problemi del calcio italiano, legati agli stadi, alla violenza e alla partecipazione dei tifosi», ha aggiunto il presidente della Figc «Senza dimenticare i problemi rapportati alla crescita dei giocatori selezionabili per le nazionali, visto che stiamo diventando troppo esterofili e che questo non porta risultati positivi al nostro sistema».
CASO CASSANO - E, a proposito di selezionabili, oggi il collegio arbitrale della Lega decide sul caso di Antonio Cassano e della richiesta di rescissione del contratto avanzata dalla Sampdoria. «Come presidente della Federcalcio, posso svolgere ruoli in tante aree, ma ho anche tanti vincoli e non posso intervenire nell'ambito di giudizi in corso, e questo è anche molto delicato», ha detto Abete. «Oggi la situazione si determinerà e il mio auspicio è solo quello che Cassano possa riprendere presto un percorso positivo, perché resta sempre un patrimonio del calcio italiano e la nazionale e il ct Cesare Prandelli ci tengono in maniera particolare».
- 05/09/2011 La Seria A può partire
- 03/09/2011 Calcio, lunedì il contratto. Serie A in campo
- 02/09/2011 Sciopero calciatori, Tommasi: «Moderato ottimismo»
- 01/09/2011 Sciopero, accordo ponte. L'Aic prende tempo