12 ottobre 2025
Aggiornato 17:00
Calcio

Balotelli si presenta ai suoi nuovi tifosi

Prima conferenza stampa al Manchester City: «Non dico chi mi ha cercato, per evitare casini. Ma sono qui per Mancini»

MANCHESTER - «Non sono un Bad Boy». Mario Balotelli mette subito le cose in chiaro nella conferenza stampa di presentazione al Manchester City. L'ex attaccante dell'Inter vuole lasciare nella valigia la reputazione di «ragazzo difficile» che si è portato dall'Italia. «I'm not bad boy», risponde ai cronisti, «non sono un ragazzo cattivo. In Italia dicono così ma sono un ragazzo normale un po' vivace ma non cattivo».

«Sono qui per Mancini» - Balotelli ribadisce di aver scelto il City quasi esclusivamente per la presenza in panchina di Roberto Mancini: «Era molto tempo che volevo venire a Manchester. C'erano tante squadre che mi volevano ma io ho sempre detto che volevo venire qui per il mister e perchè penso che sia l'ambiente giusto per crescere. Se non ci fosse stato Mancini non so sarei venuto. Lui mi ha lanciato, mi ha sempre dato fiducia e io devo ripagarlo».

L'attaccante torna sulla sua lettera d'addio: «Ho detto che mi dispiaceva lasciare l'Italia per la mia famiglia e i miei amici ma non per questioni di calcio, sono contento di essere qui. Penso che mi troverò bene. Per un attaccante penso sia più semplice giocare qui che in Italia dove c'è più tattica. Io penso che mi troverò bene». SuperMario torna anche sul discorso del razzismo in Italia: «Qui in Inghilterra credo che non esista. In Italia è successo 2-3 volte e sono cose che non devono succedere, spero che non succeda anche qui».

«Decisi di andare via dopo Inter-Barcellona». Mario Balotelli nel giorno della sua presentazione al Manchester City rivela il momento in cui il suo rapporto con i nerazzurri è finito. «Dopo quella partita ogni giorno c'erano pagine intere su di me su tutti i giornali, era anche difficile vivere a Milano e ho detto al mio procuratore di volere andare via». Con i compagni di squadra però il rapporto è sempre stato ottimo: «La pressione era sicuramente esterna, interna non direi. Quasi tutti i miei compagni mi hanno sempre voluto bene».

Così come il patron Massimo Moratti: «Non mi sento in colpa, ma è stato un grande presidente e ho sempre avuto un buonissimo rapporto con lui. Mi ha trattato veramente bene e se lo vedo per strada mi farebbe piacere offrirgli qualcosa». Si apre una nuova fase nella carriera del giovane attaccante che solo una settimana ha debuttato nella nazionale italiana di Cesare Prandelli: «Io sono qua e non penso più al passato. Io gioco in Inghilterra ma sono italiano, la nazionale è sopra ogni cosa per me. La prima volta con la maglia dell'Italia é stata una emozione bellissima».

Mancini: «Mario è bravissimo» - Il tecnico non ha usato giri di parole: «Sarà uno dei migliori giocatori del futuro. Volevo Mario perché è bravissimo. Per lui è stato difficile lasciare l'Italia, ma per noi sarà molto importante» ha spiegato Mancini. Che ha poi pronosticato: «Gli stranieri hanno bisogno di 2-3 settimane per capire il calcio inglese, Mario ha tutto per diventare un fantastico giocatore». Come lo fu Mancini, che a 20 anni non era più docile di Balotelli: «Tutti noi eravamo problematici quando eravamo giovani. Mario è un ragazzo normale. Non credo che con 20 angeli potremo vincere la Premier... Penso che possa crescere come uomo e giocatore». Interrogato sul valore aggiunto che Balotelli può portare al suo City, Mancini ha risposto: «Che ha 20 anni, che è giovane. Lui può aiutare noi e noi possiamo aiutare lui a crescere». Ennesima dimostrazione di un feeling che SuperMario non ha avuto difficoltà a confermare: «Ho sempre detto al mio procuratore che volevo il City per Mancini. Credo che qui ci sia l'ambiente giusto per crescere e sono felice di essere qui. La presenza di Mancini è stata fondamentale. Senza di lui, forse non sarei venuto. Mi ha lanciato nel calcio, mi ha dato fiducia e dovevo ripagarlo».